Arriva il via libera dalla Procura Domani i funerali di Mazzega

Alle 14.30 a Muzzana l’ultimo saluto all’uomo che si è tolto la vita a due anni dall’omicidio della fidanzata



La comunità muzzanese darà l’ultimo addio a Francesco Mazzega domani, giovedì, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale di Muzzana del Turgnano dove la salma giungerà dall’ospedale di Latisana. I compaesani saranno così vicini a questa famiglia messa a dura prova dopo due anni di grande sofferenza. Questa sera alle 18, invece, sempre nella chiesa di Muzzana, sarà recitato il rosario. La famiglia ha chiesto «non fiori», ma eventualmente offerte da erogare a Medici senza frontiere e ad Emergency.

Il nulla osta della Procura alla restituzione della salma ai familiari era arrivato in mattinata. Esaminata l’informativa dei carabinieri e valutato di poter escludere qualsiasi dubbio rispetto alla riscostruzione suicidiaria, il pm Andrea Gondolo ha ritenuto non vi fossero motivi per disporre un’autopsia e ha chiuso il caso senza bisogno di ulteriori accertamenti.

Questa drammatica vicenda, quindi, giungerà domani al suo epilogo. Un epilogo doloroso e terribile che ha coinvolto due famiglie, quella dei Mazzega e quella degli Orlando, in un dolore senza fine. Le persone vicine alla famiglia di Francesco chiedono il silenzio e la preghiera che può essere di aiuto a tutti. Dalla tragica serata di sabato, quando è stato scoperto in giardino, dai genitori, il corpo senza vita di Francesco, 38 anni, la comunità muzzanese con la discrezione che la caratterizza, si è stretta vicina alla famiglia e molti sono stati coloro che sono andati nella villetta di via di Mezzo a portare una parola di conforto a mamma Edda e a papà Lorenzo nel tentativo di alleviare quel grande dolore che li ha colpiti. Un tragedia avvenuta dopo più di due anni vissuti accanto al figlio agli arresti domiciliari munito di braccialetto elettronico.

Francesco Mazzega, 38 anni, il 31 luglio 2017 aveva ucciso la fidanzata Nadia Orlando, accusandosi del delitto. Venerdì scorso si era visto confermare la pena inflitta in primo grado dalla Corte d’assise d’appello di Trieste che lo condannava a 30 anni di reclusione, sentenza cui era stata applicata anche la misura di sicurezza di 3 anni di libertà vigilata, una volta espiata la pena. Condanna contro la quale la difesa di Mazzega aveva annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione. In questi giorni i giudici avrebbero dovuto esprimersi sulla richiesta di inasprimento della misura cautelare avanzata dal Procuratore generale che avrebbe potuto riportare in carcere Mazzega. Nel corso dell’udienza del 29 novembre, Mazzega aveva reso una dichiarazione spontanea, ribadendo di non riuscire a capacitarsi di quanto fatto e aggiungendo di non riuscire più nemmeno a pronunciare il nome di Nadia. E poi la tragedia nella tragedia: la decisione di togliersi la vita nel giardino di casa sabato sera. Un epilogo che nessuno forse si aspettava, ma che ha lasciato nel più profondo dolore i suoi genitori già provati da quella notte che non ha mai smesso di essere presente nella loro vita. —





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