Assenze dal servizio senza timbrare: indagato medico del San Polo a Monfalcone

MONFALCONE. Allontanamenti dal posto di lavoro “ingiustificati” attestando invece la regolare presenza in servizio. È quanto ipotizza la Procura, a fronte della richiesta da parte del pubblico ministero di rinvio a giudizio, nei confronti di un medico, M.M., dirigente dell’Area chirurgica e delle specialità chirurgiche, disciplina di ortopedia e traumatologia, al San Polo, all’epoca dell’Ass 2 Bassa Friulana Isontino, ora Asugi. Le ipotesi di accusa sono quelle di truffa, ai sensi dell’articolo 640 del Codice penale, e falsa attestazione circa la continuità del servizio nell’aver omesso le timbrature di entrata e uscita relative al periodo di assenza dall’ospedale (articolo 55 quinquies, decreto legislativo n. 165 del 30/3/2001), reati continuati (art. 81 Cp). L’udienza preliminare in camera di consiglio, davanti al Gip del Tribunale di Gorizia, è stata fissata il prossimo 16 marzo. La subentrata Asugi si costituirà parte civile: con decreto del direttore generale, infatti, è stato conferito l’incarico all’avvocato Luca Macoratti, del Foro di Gorizia. L’Azienda sanitaria ha nel contempo ritenuto necessaria la sospensione del procedura disciplinare avviata nei confronti del medico, «nelle more della conclusione del procedimento penale», come recita il decreto del direttore generale. Nel frattempo, il professionista ha dato le proprie dimissioni.
Le indagini sono state condotte dalla Guardia di finanza di Gorizia, coordinate dalla Procura. Gli inquirenti hanno acquisito documentazioni relative agli ingressi e alle uscite dalla sede di servizio, hanno ascoltato persone informate sui fatti, fino ad utilizzare il Gps e a sequestrare il cellulare in uso dal medico, andando quindi a ritroso nella ricostruzione degli eventi. Secondo quanto emerso, gli episodi sono stati collocati tra il 26 gennaio 2017 ed il 7 agosto 2019. Assenze variabili, in media da 2 fino a 9 al mese, della durata tra le 2 e le 3 ore. Sono stati individuati anche gli spostamenti del professionista, come a Villesse, Trieste, Grado, Udine, Premariacco, Moraro, Gradisca. Assenze ripetute, per le quali, sempre secondo le ipotesi di accusa, si fa riferimento ad «artifizi e raggiri consistenti nell’attestare falsamente la propria presenza sul luogo di lavoro, allontanandosi invece senza giustificato motivo, oltreché senza rilevare mediante timbratura della scheda magnetica il periodo di assenza». E con ciò «inducendo in errore l’ente pubblico di appartenenza circa la reale presenza presso la sede di servizio, procurandosi un ingiusto profitto, con correlato danno per l’amministrazione». Allontanamenti a fronte dell’«alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza», omettendo le timbrature di uscita e reingresso in ospedale. Un danno economico pertanto per l’Azienda sanitaria, legato all’erogazione da prestazione lavorativa «non dovuta», ma anche sotto il profilo dell’immagine dell’ente. Come rileva Asugi, l’articolo 185 del Codice penale prevede l’obbligo al risarcimento del danno patrimoniale o non patrimoniale da parte del colpevole, e l’articolo 74 del Codice di procedura penale stabilisce la facoltà di esercizio dell’azione civile per il risarcimento del danno nel processo penale da parte del soggetto al quale il reato ha recato danno. Lo scorso 16 novembre il pm aveva richiesto il rinvio a giudizio, il 24 dicembre era stata notificata ad Asugi la fissazione dell’udienza preliminare in camera di consiglio per il 16 marzo. Da qui l’incarico all’avvocato Macoratti ai fini della costituzione di parte civile. Sarà quella la fase in ordine alla disposizione o meno del rinvio a giudizio, nonché alla possibile richiesta di riti alternativi. A rappresentare il medico è l’avvocato Maurizio Paniz, del Foro di Belluno, che al momento non ha ritenuto di rilasciare alcuna dichiarazione.
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