Accusato di violenza sessuale: assolto l’ex docente del Conservatorio Tartini di Trieste
La studentessa del Conservatorio sosteneva di essere stata baciata sulla bocca e di aver ricevuto attenzioni dell’insegnante. Il pm aveva chiesto 2 anni e 3 mesi

L’ex docente del Conservatorio Tartini accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di una sua studentessa è stato assolto. La sentenza è stata pronunciata nel tardo pomeriggio dal giudice Enzo Truncellito che ha presieduto il tribunale collegiale (a latere i giudici Luca Carboni e Alessio Tassan ).
Il pubblico ministero Cristina Bacer ha chiesto una condanna di due anni e tre mesi.
Sono due i capi di imputazione da cui ha dovuto difendersi il professore: un bacio e altri comportamenti ritenuti «ambigui», sempre nei confronti della ragazza.
Per il primo aspetto, nello specifico quel presunto bacio appunto, il giudice ha ravvisato la mancanza di una condizione di procedibilità del reato: la querela infatti non era stata sporta personalmente dalla giovane, all’epoca dei fatti già maggiorenne (questo episodio discusso nel processo risalirebbe al 2017), bensì dalla dirigenza del Conservatorio con cui l’ex studentessa si era confidata anni dopo, cioè nel 2024. E il reato, per chi ha raggiunto la maggiore età, è perseguibile su querela della vittima.
Per le condotte «ambigue», invece, l’imputato è stato assolto per non aver commesso il fatto: questa la formula usata dal giudice. Di fatto per insufficienza di prove.
Durante il processo, celebrato a porte chiuse, l’imputato è stato assistito dagli avvocati Alessandro Giadrossi e Nicola Canestrini. La ragazza è stata invece difesa dall’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano (sostituita in aula dall’avvocato Emanuele Izzotti).
Il reato di cui è stato chiamato a rispondere il professore è quello della violenza sessuale «aggravata». Dove l’aggravante consiste nel fatto che il bacio (a tutti gli effetti una violenza che riguarda la sfera sessuale) si sarebbe verificata «all’interno di un istituto d’istruzione o di formazione frequentato dalla persona offesa», così recita il codice penale. Concretamente in un’aula del Tartini durante una lezione di musica. L’uomo, nella sua qualità di insegnante, all’epoca a cui fanno riferimento i fatti contestati, avrebbe abusato «della propria autorità» o comunque avrebbe compiuto un atto di «violenza» consistita nel porre in essere una mossa repentina alla quale la persona offesa non poteva opporsi». Cioè «costringeva» l’allieva minorenne «a subire atti sessuali consistiti nel darle un bacio in bocca». Questo perlomeno l’impianto accusatorio. Che però a dibattimento non ha retto.
La dirigenza del Tartini era stata messa al corrente della presunta molestia, che sarebbe appunto avvenuta nel 2017, solo l’anno scorso: la giovane si era recata al Tartini e si era confidata con il direttore, il professor Sandro Torlontano, e la presidente, il notaio Daniela Dado. —
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