Assunte in porto 225 persone in due anni

Organici potenziati grazie al piano di riorganizzazione dello scalo e allo sviluppo di nuovi servizi
Silvano Trieste 29/05/2016 Open Day Porto 2016
Silvano Trieste 29/05/2016 Open Day Porto 2016

Duecento e venticinque assunzioni, dal 2015 ad oggi, tra contratti a tempo determinato e indeterminato. Sono i numeri del bilancio del porto di Trieste sul fronte lavoro e occupazione. Un rafforzamento degli organici che, fa sapere la Torre del Lloyd, rientra in un piano di riorganizzazione dello scalo e dello sviluppo di nuovi servizi sia a livello della macchina amministrativa dell’Authority, sia delle partecipate, includendo la gestione operativa del lavoro in porto.

Nel dettaglio, l’operazione ha portato all’assunzione di 26 nuove risorse negli uffici dell’Ap, di cui 15 frutto di un concorso pubblico in corso di svolgimento, in collaborazione con l’Agenzia regionale per il Lavoro della Regione. Altrettanto incoraggianti i dati dal fronte delle società partecipate: la Porto di Trieste Servizi, multiutility in-house dell’Autorità, è passata da 15 a 40 dipendenti nell’ultimo biennio. Mentre Adriafer, società che si occupa di gestire la manovra ferroviaria in porto ha assunto 40 nuove risorse, segno tangibile che i servizi ferroviari sono un asset dello scalo.

Oltre all’iniezione di nuova linfa nel settore delle risorse umane, l’altra sfida è stata l’adozione di un innovativo modello di gestione del lavoro, che ha visto la costituzione dell’Alpt, l’agenzia per il lavoro portuale, nata un anno fa su impulso dell’Authority giuliana, che ha portato alla stabilizzazione a tempo indeterminato di 134 persone.

Una svolta nella gestione dello scalo, voluta dal presidente Zeno D’Agostino e dal segretario generale, Mario Sommariva. «Il nostro punto di forza - commenta D’Agostino - è aver colto il cambiamento in corso nel mondo della portualità ed aver adottato un sistema di business sostenibile, senza progetti faraonici da promuovere, ma dando valore alle risorse umane e garanzie tangibili agli investitori privati».

Per Mario Sommariva, lo stato di salute di uno scalo non è dato solo dalle performance numeriche, ma soprattutto dagli standard sociali e occupazionali. «Sbaglia chi crede - afferma il segretario generale - che solo i milioni di teu siano garanzia di una crescita duratura e di uno sviluppo costante. Accanto alla quantità occorre porre grande attenzione alla qualità: formazione, sicurezza e dialogo sociale. Sono questi i punti di riferimento per aumentare la competitività e la produttività di un porto. Non si deve trascurare l’asset più prezioso di un porto, le persone».

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