Augustus spiaggiato in India all’asta i suoi pezzi migliori

Prima di smantellare il transatlantico costruito a Trieste i demolitori ne vendono parti e arredi: offerti 20mila dollari per la campana bronzea, 7mila per la targa

di Claudio Ernè

Ventimila dollari per la campana di bronzo del transatlantico “Augustus“. Settemila per la targa realizzata con lo stesso metallo in cui, oltre alle parole “Cantiere San Marco, costruzione 1717”, è incisa una data: 1952.

Sono queste le somme offerte ad Alang, in India, nell’asta in cui in questi giorni vengono venduti i cimeli dell’ultimo transatlantico italiano, solo formalmente ancora esistente. L’Augustus è stato spiaggiato nei primi giorni di ottobre nel più vasto cimitero di navi di tutto il mondo e prima che venga fatto a pezzi i demolitori vogliono vendono al migliore offerente tutto ciò che ha un valore collezionistico. Intendono fare cassa anche perché hanno comprato lo scafo per sei milioni di dollari dall’armatore filippino che a Manila ne aveva fatto un albergo galleggiante.

Del resto i demolitori sanno che i collezionisti americani e britannici non si fanno pregare. Oltre alla campana e alla targa del Cantiere San Marco, i saloni del transatlantico si sono mantenuti infatti incredibilmente integri, incluso l’ospedale per emigranti e le sale pubbliche opera di Giò Ponti e Nino Zoncada con i celebri arredi di Cassina. Anche la sala macchine non ha subìto modificazioni e può sfoggiare, ancora in efficienza, i più grandi e potenti motori diesel realizzati dalla Fiat. Saranno fra poco metallo da fusione, ma le targhe con l’indicazione del marchio di fabbrica e gli strumenti che ne controllavano il funzionamento finiranno nelle raccolte delle decine e decine di collezionisti “navali” che si stanno contendendo in questi giorni a suon di banconote le parti “nobili” e “artistiche” dell’Augustus. Nemmeno uno è arrivato ad Alang dall’Italia, tantomeno da Trieste, dove si organizzano incontri e convegni su erigendi musei della marineria, mentre quello “Del mare” potrebbe già accogliere qualche cimelio di una motonave che per Trieste ha rappresentato molto: l’Augustus è stato il primo transatlantico a essere costruito al Cantiere San Marco nell’immediato dopoguerra.

«Alcide De Gasperi, allora capo del Governo, aveva voluto strenuamente questa nave», ha scritto lo storico della marineria Maurizio Eliseo nel volume “Trieste e le navi”, edito dal Piccolo nel dicembre di quattro anni fa.

Il transatlantico fu varato il 19 dicembre 1950 e ne fu madrina Donna Francesca De Gasperi. La costruzione era iniziata il primo giugno 1949. La discesa in mare dallo scalo fu festeggiata in tutta la città che voleva gettarsi alla spalle gli orrori della guerra mondiale e iniziare a costruire un futuro normale.

La targa di bronzo su cui si legge Trieste 1952, costruzione 1757, porta un’altra annotazione significativa. Anche se la città in quegli anni era amministrata dal Governo Militare Alleato, accanto alla parola Trieste nel bronzo è scritto Italia. È un dettaglio, ma a molti sarebbe piaciuto che la campana dell’Augustus con inciso il nome Trieste e la targa su cui si legge Italia fossero rientrate in città a testimonianza in un verso delle magnifiche capacità costruttive dei nostri cantieri e dei nostri progettisti, nell’altro dei sentimenti che all’epoca animavano tanti, tantissimi cittadini.

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