Aumentano i randagi nelle colonie feline trascurate a causa della pandemia

I volontari de “La Cuccia” ormai accolgono un gatto al giorno. La presidente Grassi: «Estate difficile, le adozioni tengono»
Marco Bisiach
Il gattile e anche le colonie feline di Gorizia scoppiano di mici questa estate Foto Bumbaca
Il gattile e anche le colonie feline di Gorizia scoppiano di mici questa estate Foto Bumbaca

L’onda lunga delle dinamiche generate dalla pandemia finisce per toccare, condizionare e complicare anche la già difficile gestione delle tante e numerose colonie feline della città. Estate non è decisamente sinonimo di vacanza e riposo per i volontari dell’associazione “La Cuccia”, che gestisce il canile comunale di Gorizia e si prende cura anche dei tanti gatti di colonia della città e del territorio. Perché proprio qui, nella situazione che ormai da tempo riguarda i mici, risiede la vera emergenza da affrontare quotidianamente, alla media di un nuovo accoglimento ogni giorno. «La stima potrebbe essere questa – conferma Laura Grassi, presidente de “La Cuccia” –, se consideriamo che ci sono alcuni giorni in cui non prendiamo in carico nessun nuovo micio, ma altri in cui invece ne arrivano tutti assieme 5 o 6. È un’estate molto difficile da questo punto di vista, tanto che quasi non riusciamo a star dietro a tutto il lavoro che ci sarebbe da fare».

Le cause vanno ricercate, anche e soprattutto, nel lockdown e nelle limitazioni che hanno caratterizzato l’ultimo anno e mezzo segnato dall’epidemia di coronavirus. «In tutto il 2020 e anche nei primi mesi di quest’anno non è stato possibile, proprio a causa della situazione pandemica, portare avanti in modo consistente la consueta attività di controllo delle colonie feline, di cattura e sterilizzazione – spiega Grassi –. Inoltre si sono sommati i casi di abbandono, con il risultato che i gatti nel tempo si sono riprodotti e il loro numero è aumentato notevolmente». Così l’impegno a cui sono chiamati i volontari è decisamente gravoso: bisogna tornare a censire le colonie, catturare gli esemplari e magari addomesticare gattini cresciuti nel frattempo selvaggi. E molto spesso le condizioni sanitarie nelle quali vengono trovati sono disastrose. «In compenso, fortunatamente, anche in questi mesi estivi le adozioni di gatti rimangono piuttosto numerose, rispetto a quelle dei cani che invece nel periodo delle vacanze subiscono sempre una flessione – spiega ancora la presidente de “La Cuccia” –, e le iniziative di comunicazione portate avanti in questi mesi hanno permesso di avvicinare nuovi volontari. Ce n’è sempre bisogno, però, perché più siamo e più cose si possono fare, dedicandosi anche ad attività di riabilitazione specifica per i singoli esemplari».

Il discorso vale anche per i cani del canile dove, però, la situazione è più tranquilla. Al momento sono occupati circa 20 dei 24 box (compresi quelli che ospitano i quattro zampe dell’ultimo sequestro effettuato), senza contare gli spazi contumaciali gestiti dall’Azienda sanitaria. «Nella stragrande maggioranza dei casi i cani che ospitiamo sono frutto di cessioni da parte di persone che non possono più occuparsi dell’animale o di chi si trova ad avere un cane divenuto ingestibile – dice Grassi –. Ma se si arriva a questo punto molto spesso è perché si è sottovalutata la scelta all’inizio: quando si prende un cane bisogna essere consapevoli, informati e preparati». Per lanciare questi messaggi servono iniziative come gli open day che “La Cuccia”, anche in collaborazione con il Comune, conta di riproporre presto, soprattutto per i bimbi, magari già entro la fine di agosto

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