Autobus elettrici fino a Capodistria

La ferrovia tanto dibattuta non c’è, ma fra qualche anno Trieste e Capodistria potrebbero essere collegate da una linea giornaliera di autobus elettrici. È l’iniziativa presentata ieri nel salotto azzurro del municipio dal sindaco Roberto Dipiazza e dal suo collega capodistriano Boris Popovic, assieme al presidente di Petrol Slovenia Tomaž Berločnik.
Sarà infatti la compagnia energetica slovena (posseduta al 38% dallo Stato), nota a tutti i triestini soliti far rifornimento di benzina oltre confine, a fornire il servizio. Negli ultimi anni la Petrol ha investito con forza nell’ambito delle tecnologie “verdi”, sperimentando soluzioni a minore impatto ambientale rispetto alla benzina. Ha quindi elaborato un progetto per la creazione di infrastrutture (colonnine di ricarica ultraveloci e distributori) per una rete di trasporti elettrica e a gas naturale compresso (Cng) su un’area che va da Venezia a Spalato e Lubiana, includendo le principali città nel mezzo. Ha spiegato Berločnik: «Costruiremo l’infrastruttura per un’area vasta, ma per dimostrare la validità dei mezzi elettrici abbiamo deciso di gestire anche una linea di collegamento». E la decisione è ricaduta proprio sulla tratta Trieste-Capodistria, sprovvista di collegamenti ferroviari e collocata a cavallo di un confine. Questo la rende appetibile per la ricerca di fondi europei, che potrebbero coprire il 20% dell’investimento totale. Il costo del progetto nel suo insieme sarà di 40 milioni di euro, mentre quello della linea Trieste-Capodistria è ancora da stimare: in ogni caso dovranno essere collocate almeno due colonnine di ricarica ultraveloci (probabilmente di più) il cui costo sul mercato oggi è di circa 300mila euro. Oltre a questo Petrol dovrà acquistare anche i bus elettrici, che hanno un costo del 20% superiore a quelli normali.
I tempi di realizzazione? La compagnia correrà per ottenere i fondi europei (ma assicura di voler realizzare il progetto in ogni caso). Al contempo le istituzioni locali, slovene e italiane, dovranno attivarsi per ottenere i permessi dai rispettivi governi.
L’inizio del prossimo decennio, secondo Berločnik, è la stima più attendibile per il via: «Fra 2020 e 2023».
Commenta Dipiazza: «Il 19 marzo prossimo verrà inaugurato il polo intermodale dell’aeroporto di Trieste. Grazie a questo, la nostra città potrebbe diventare un ponte fra Venezia e Capodistria, una volta realizzato il collegamento dei bus elettrici».
Così invece Popovic: «È una bella iniziativa di Petrol, per la realizzazione della quale le istituzioni italiane e slovene non dovranno sborsare un euro. Una linea elettrica giornaliera che collega due città appartenenti a stati diversi: sarà la prima tratta elettrica transfrontaliera d’Europa».
Petrol sta valutando anche la possibilità di creare delle navette di collegamento fra Trieste e il polo intermodale di Ronchi. L’incontro di ieri, con la presentazione del progetto, è stato favorito dal vecchio rapporto di amicizia che lega Fabio Scoccimarro a Popovic. Appena saputo della proposta di Petrol, il politico di FdI ha organizzato l’incontro fra i due sindaci, che hanno dato il loro “ok” al progetto. g.tom.
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