Autovie frena sugli sconti ai pendolari sull'A4

Slitta l’intesa sui pedaggi ridotti. Terpin: «Dal ministro proposta troppo generica». Spunta l’ipotesi della tessera a scalare

TRIESTE. Le concessionarie, compresa Autovie Venete, frenano sugli sconti in autostrada. Non dicono di no, forse si troveranno alla fine a dover accettare obtorto collo. Ma, al momento, rinviano al ministero dei Trasporti un elenco di domande per capire come può funzionare l’operazione sconti. Di certo non assecondano la proposta avanzata da Maurizio Lupi, quella che ipotizzava sconti fino al 20% per i pendolari al casello tra andata e ritorno una quarantina di volte al mese e alla guida su tratte fino a un massimo di 50 chilometri. Il ministro, sollecitato dal fronte politico e da quello delle associazioni dei consumatori, si è preso carico delle esigenze di un’utenza che, in tempi di crisi, si è ritrovata con aumenti medi autostradali del 3,8% (del 7,17% in A4) a inizio 2014. Ma, dall’altra parte, le concessionarie necessitano di maggiori ricavi da pedaggio per poter proseguire negli investimenti programmati. Anzi, sono proprio quegli investimenti a giustificare gli aumenti.

È il caso proprio di Autovie che, autorizzata a incrementare il biglietto cinque punti e mezzo sotto la richiesta del 12,91%, dovrà fare i conti, a parità di traffico, con 8,2 milioni in meno dell’ultimo esercizio. Un “buco” pesante per chi ha un Piano finanziario mirato a realizzare un’opera, la terza corsia, da oltre 2,3 miliardi di euro. Un gatto che si morde la coda, dunque. E, nonostante Lupi sollecitasse ieri una risposta delle concessionarie nell’incontro in sede Aiscat a Roma in via Donizzetti, quella risposta non è arrivata. «L’istruttoria è in corso. Ed è molto complessa», sono le unica parole concesse dal segretario generale dell’associazione Massimo Schintu.

Una sintesi che spiega che la trattativa va riaggiornata. Perché le società autostradali intendono avere ben chiaro il quantum (le stime sono molto complesse) e gli aspetti tecnici. Dopo di che, a quanto è emerso ieri, potrebbe essere steso, e poi sottoscritto, un protocollo d’intesa tra il ministero dei Trasporti e l’Aiscat. Quando non è però ancora possibile prevederlo. «Non c’è alcuna soluzione – conferma il presidente di Autovie Emilio Terpin, ieri nella capitale con l’amministratore delegato Maurizio Castagna –. Come si prevedeva la riunione in associazione è stata un susseguirsi di richieste di chiarimento da parte delle concessionarie. Non resta che attendere le risposte del governo perché la sua prima proposta è stata piuttosto generica e non ci consente di valutare il peso della misura anti-rincari. Il protocollo d’intesa? Le concessionarie adotteranno un comportamento coerente, poi ciascuna deciderà per sé».

A preoccupare non sono solo i minori incassi, ma anche le modalità degli sconti ai pendolari. Si tratta innanzitutto di individuarli, e come? E poi di consentire loro il viaggio in autostrada a prezzo ridotto, ma in che modo? C’è il telepass, ma andrebbe escluso nei giorni non lavorativi. E, ipotesi spuntata ieri, ma che non convince più di tanto, si può pensare in alternativa una tessera a scalare caricata dell’importo mensile scontato. Un bel rebus anche perché non tutti hanno il telepass e l’operazione tessera avrebbe ovviamente un costo.

Tanto basta per nuove perplessità sulla terza corsia e altri investimenti infrastrutturali. Secondo Gianfranco Moretton, l’iniziativa di Lupi «creerà seri problemi alla realizzazione dei project financing per l'ammodernamento delle reti autostradali». Ed è pure «evidente che la diminuzione delle entrate, causa minor costo del pedaggio, costringerà le concessionarie a rivedere i piani finanziari con conseguente frenata sulle opere programmate». L’ex democratico fa pure qualche esempio: «In regione si dovranno eliminare importanti caselli come quello di Alvisopoli, che avrebbe collegato il Pordenonese con Bibione, e di San Stino di Livenza». E ancora, «arrivati al bivio di Palmanova, potrebbe saltare il quarto lotto, con la conseguenza di una terza corsia solo nella parte veneta e con l’aggravante di una strozzatura viaria in A4».

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