Badanti, regolarizzate più di venti al mese

Superlavoro degli sportelli dei Centri per l’impiego. Assunte 259 figure nel 2010 Il 73,6% proviene dall’Est Europa. Ma sono ancora troppi i casi di lavoro nero

di Francesco Fain

Il termine “badante”, sino a poco tempo fa, ha sempre fatto rima con lavoro nero. Erano tante, anzi tantissime (una stima è assolutamente impossibile) le assistenti familiari che lavoravano senza un contratto regolare e che risultavano essere completamente sconosciute al Fisco. Il più delle volte varcavano il confine che non c’è più e prestavano servizio in questa o quella abitazione, aiutando una persona anziana o, comunque, in difficoltà. Importante - per non dire fondamentale - è l’attività portata avanti dallo sportello badanti gestito dalla Provincia attraverso i Centri per l’impiego di Gorizia e di Monfalcone.

I numeri

Oggi la questione torna prepotentemente d’attualità dopo l’indagine della Guardia di finanza che ha scoperto un meccanismo di assunzione “parallelo” di badanti romene. Un’operazione che ha evidenziato come, quello delle assistenti domiciliari, sia un mercato florido e in continua espansione. La popolazione invecchia sempre più, il sistema del welfare non riesce ad assistere tutti e così pullulano queste nuove figure.

Ebbene, nel 2010 sono infatti stati stipulati in provincia di Gorizia 259 contratti con un aumento (percentuale) del 7,6% rispetto al 2009. Nel primo semestre del 2011, il ritmo delle assunzioni è stato di 20,5 al mese. Ma qual è la situazione in tutta la regione? Sempre nel 2010, sono stati sottoscritti, in tutte e 4 le province, 2.256 contratti (2.096 l’anno precedente) scaturiti dai 25.895 servizi prestati agli utenti nello stesso periodo dagli undici sportelli attivati nell’ambito di tale iniziativa a Udine, Tolmezzo, Cividale, Latisana, Cervignano, Pordenone, San Vito al Tagliamento, Maniago, Trieste, Gorizia e Monfalcone. Numeri decisamente significativi. La provincia dove sono stati stipulati più contratti è indiscutibilmente Pordenone: 901 al 31 dicembre 2010, seguita da Udine con 741, Trieste con 355 e, appunto, Gorizia con 259 “regolarizzazioni”. Va detto che tutte queste figure sono quelle emerse dal lavoro sommerso: continuano, però, ad esserci ancora tante professionalità che lavorano in nero, senza corrispondere alcunché al Fisco.

Inoltre, in tutta la regione, ha iniziato a fare capolino anche «il» badante: ha più di 45 anni e costituisce il 2 per cento del totale in una professione che è sempre stata esclusiva del gentil sesso, anche forse per una maggiore predisposizione all’assistenza.

La provenienza

Ma è interessante anche analizzare la provenienza delle badanti. La figura dell’assistente domiciliare impiegata nella nostra regione (e, di conseguenza, anche nell’Isontino) è ricoperta per gran parte (73,6 per cento) da persone che provengono dall’Est Europa e, in questa ampia porzione, una fetta consistente è costituita proprio da romene. In particolare, per il 46 per cento sono originarie dell’Ucraina, per il 43 per cento della Romania, per l’11 per cento della Moldavia.

Il resto delle persone che nel 2010 sono state occupate con mansioni di badanti proveniva dall’Italia (11,7 per cento, un dato in incremento rispetto al 2009), dall’Africa (8,3 per cento), dalle Americhe (3 per cento), dall’Asia (2,9 per cento), da altre aree (0,4 per cento). Per il 62,1 per cento avevano scelto la convivenza nella famiglia di occupazione, il restante 37,9 la non convivenza. Insomma, un vero e proprio business.

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