Barcola rimane orfana di Fiorenzo Parmiani, il maestro delle cornici che amava l’arte e il mare

La sua celebre bottega-laboratorio, aperta all’inizio degli anni ’70, era diventata nel tempo un luogo magico, degno di un romanzo 

il ricordo



È venuto a mancare nei giorni scorsi Fiorenzo Parmiani, intenditore d’arte e appassionato restauratore, attivo nella sua bottega a Barcola fin dagli inizi degli anni ’70. Originario di Milano dov’era nato nel 1927, Parmiani era giunto a Trieste alla fine degli anni ’60. Qui si era innamorato subito della riviera di Barcola, decidendo quasi subito di avviare la sua attività rimanendo al contempo vicino al mare. Prima di fare il corniciaio aveva svolto diverse attività, iniziando come rappresentante di cioccolatini, sedie e articoli religiosi, per poi diventare rappresentante di cornici. Esperienza, quest’ultima, che lo aveva spinto a coniugare la sua innata passione per l’arte a un lavoro molto particolare, quello appunto di corniciaio. Fu così che decise di aprire il suo laboratorio artigianale. Autodidatta, si era arricchito rubando il mestiere con gli occhi, affinando nel tempo una passione, quella per le cornici, a una virtù innata, caratterizzata da un grande senso del gusto. Con il passare degli anni il successo dell’attività lo aveva spinto ad ampliare il suo laboratorio, fino a raddoppiarlo. Un negozio che finì con l’essere un luogo magico, tanto da assomigliare a un’ambientazione degna dei romanzi di Carlos Luis Zafón.

«Qui arricchiva i suoi clienti appassionati con aneddoti – racconta la figlia Cinzia – su un mondo che lo appassionava completamente. Era talmente immerso nel suo lavoro che si è recato nel suo negozio fino ai primi giorni dello scorso dicembre». Un artigiano del legno, insomma, che riusciva a trasformare con lavoro certosino cornici grezze completandole fino a creare una piccola opera d’arte attorno a quella che era la vera opera d’arte, il quadro, “vestendolo” con la cornice che lui riteneva più adatta e arricchendola con gli intagli disegnati da lui, sempre in maniera assolutamente artigianale. «Parmiani era di fatto l’unico corniciaio presente a Trieste – ricorda ancora la figlia Cinzia – o meglio, come era solito raccontare lui con un pizzico di ironia, il primo di Trieste, giocando sul fatto che era il primo corniciaio entrando in città».

Conosciuto principalmente come corniciaio, Parmiani nel tempo aveva sposato completamente la causa dell’arte diventando pure antiquario. E nel 2011 aveva aperto una galleria d’arte in via San Nicolò, nella quale aveva estrinsecato la sua “evoluzione” con una serie di mostre su pittori del territorio, tra i quali Zoran Music, pittore carsolino appartenente all’era crepuscolare dell’impero asburgico. Gentiluomo nelle maniere ed esteta sempre pieno di idee, Fiorenzo Parmiani lo si può definire un lungimirante del settore. Innamorato di Trieste quanto lo era Ottavio Missoni, suo grande amico, con il quale non mancava di incontrarsi non appena ne aveva occasione.

Quale sarà ora il futuro del suo laboratorio-atelier? «Prendere l’eredità del lavoro di mio padre non è facile – spiega la figlia Cinzia – perciò al momento l’attività è cessata e non so ancora se la continuerò. Mi piacerebbe ma il compito è estremamente impegnativo».—



Riproduzione riservata © Il Piccolo