L’ecodesign che nasce dai rifiuti: la sfilata Benedetti Life stupisce Nova Gorica
Successo del defilè svoltosi a Nova Gorica: i modelli hanno indossato abiti realizzati con vecchi jeans, scarti e alghe. Il racconto della serata

Un’idea di eleganza rinnovata, capace di vivere nel quotidiano attraverso una moda etica, dove l’artigianalità procede di pari passo con l’innovazione. Un equilibrio che ha preso forma sulla passerella del brand “Benedetti Life” che diventa esempio e ispirazione per le nuove generazioni.
A Nova Gorica, lo spettacolo di moda visionario sotto le stelle si è aperto con le premiazioni di giovani designer, protagonisti assoluti del concorso “From Waste to Beauty” che ha celebrato visione e talento.

Con eleganza e carisma, l’attrice Lara Komar ha condotto la cerimonia di premiazione con i vincitori che hanno dimostrato come dai rifiuti possono nascere opere d’arte, creando capi oggetti di design. Le giovani promesse si sono aggiudicate opportunità di crescita e visibilità nel mondo della moda. In palio i premi “Mittelmoda”, “The Bicester collection”, “Art&Purfum Milano”, “Heineken”, “Gloss”, “Benedetti life”.
Tra i riconoscimenti anche il premio “Go!2025” assegnato da Mija Lorbek, direttrice di Go!2025, agli studenti dell’Università di Lubiana che hanno rilanciato il concetto di vetrina sostenibile. Ed ecco la creatività “made borderless”: un coinvolgente gioco di luci e musica abbinati alla coreografia della compagnia MN dance company ha introdotto la sfilata di Matea Benedetti, articolata in 5 punti cardine.

Un primo viaggio si ispira alla quarta rivoluzione industriale con abiti e materiali metallici riciclati, tra cui una strabiliante creazione di haute couture composta da lattine Heineken dai toni vibranti del verde, grigio e rosso.
Nella sua collezione Benedetti dà voce a una moda che indaga le incertezze del mondo contemporaneo e racconta, interroga, scuote. Ci si domanda quale sarà il futuro dell’ambiente simboleggiato da un abito dorato che si fa notare per la presenza audace di due conigli sul corpetto, o da un altro, dove spicca una maschera sfavillante.
Si passa poi alla fase più cupa dell’apocalisse introdotta da tonalità scure e da un cappotto in ecopelle nero, affiancato a pezzi classici del guardaroba maschile reinterpretati con un mix di modernità e tradizione, dove si parla anche di soft tailoring, quell’attenzione ai tagli sartoriali che valorizzano il comfort dei pezzi.
A rendere impattante l’atmosfera è stata la voce ammaliante di Boris Benko del Duo Silence. Poi è il momento della rinascita, dove la cantante Helena Blagne incanta con un abito bianco dalle linee sinuose, realizzato con bottiglie di plastica riciclata. Da questa fase prendono vita le collezioni dedicate alle balene e alla foresta pluviale, arricchite dalla preziosa presenza di due abiti donati da Manca Košir e Jane Goodall e indossati da Lara Komar e Zala Djuric che hanno catalizzato attenzione e applausi.
Ad apprezzare i lavori e la ricerca è anche la cantante Tish, presente nel pubblico, che ha indossato un abito con fantasia animalier firmato Benedetti, dedicato alla tutela della tigre bianca.
La sfilata si è conclusa lasciando, tra backstage e passerelle, messaggi destinati a restare nella memoria. Tra questi, un forte appello alla pace, portato in scena dal gruppo teatrale over 75 “Šavrini in Anka Šavrinke” con le magliette dalle scritte “No harm, just charm”. Insieme alla stilista, alle modelle e ai modelli, hanno sfilato sulle note della canzone “Marina” di Rocco Granata, celebrando l’inclusione e una nuova idea di moda capace di proteggere e ispirare.
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