Bimbi “rapiti” dal padre egiziano: il caso al Consolato

Il caso dei due bambini sottratti alla madre triestina dal padre originario dell’Egitto e trattenuti in quel Paese è finito sotto la lente del Consolato d'Italia ad Alessandria e della Direzione...

Il caso dei due bambini sottratti alla madre triestina dal padre originario dell’Egitto e trattenuti in quel Paese è finito sotto la lente del Consolato d'Italia ad Alessandria e della Direzione generale per gli italiani all'Estero che segue le probematiche legate ai minori contesi e alla sottrazione internazionale di minori. Era stato l’avvocato Giovanna Augusta De Manzano, legale della donna, a prendere contatto nei giorni scorsi con le autorità diplomatiche. «Il Console - si legge nella lettera di risposta inviata all’avvocato triestino - può esercitare i poteri di Giudice tutelare, tenendo presente che essi producono effetti validi soltanto per l'ordinamento giuridico italiano e si riferiscono ai minori interessati soltanto in quanto cittadini italiani».

Tutto è iniziato nell’agosto del 2006, quando la donna triestina si è sposata con un cittadino egiziano che aveva conosciuto proprio a Trieste. Era stata affascinata dal modo di fare di quel giovane nordafricano. Ma presto sono emerse le profonde differenze culturali e religiose diventate con il tempo causa di incomprensioni e difficoltà nel mantenere salda l’unità del nucleo familiare. Difficoltà che ovviamente sono esplose quando il padre ha deciso di trasferirsi in Egitto con i propri figli.

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