Blatte morte e bufala scaduta Multe per 12.500 euro al kebab
In quel magazzino interrato di via Primo maggio dovevano esserci solo alimenti o altro materiale utile all’attività, una rivendita di kebab e pizza. Invece gli agenti della Polizia municipale e i tecnici del Dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria vi hanno scovato le blatte. Morte. Per questo, ma anche per il sequestro di merce scaduta – un barattolo pieno di mozzarelle di bufala del peso di 2 chilogrammi – e altre irregolarità, il titolare dell’impresa alimentare, gestita da un pachistano, è stato sanzionato con tre verbali per un totale di 12. 500 euro.
Tutto ciò capita nella cintura periferica di Monfalcone, rione Aris-San Polo, dove la lente dei vigili si è spostata, martedì, nel corso della costante attività di controllo effettuata dal comando, retto da Rudi Bagatto. Il sopralluogo a sorpresa, come anticipato, ha portato a galla «numerose omissioni da parte del dipendente presente in materia di sicurezza alimentare». Una situazione tale da evidenziare la mancata formazione del personale che dovrebbe gestire sapientemente le carni. A partire dall’abc, cioè dal vestiario, visto che il lavoratore indossava sandali a piedi nudi, ma anche nella conservazione degli alimenti, dato che sono stati rivenuti tre sacchetti di carni avicole – poi sequestrate – sprovvisti in quel momento di documenti sulla tracciabilità. Capitolo a parte quello della mozzarella scaduta e delle blatte. Vale infatti la pena ricordare che l’ordinamento vieta la vendita di prodotti scaduti e prevede una pesante sanzione (10.000 euro), in ragione del pericolo costituito dal consumo di una tale merce.
A quel punto dell’ispezione Polizia locale e Dipartimento prevenzione si sono addentrati nel locale interrato utilizzato come magazzino, dove stando a quanto reso noto è stata constata la presenza di «numerose blatte morte». «Vista la presenza di insetti striscianti – viene riferito – si è proceduto a disporre il divieto di stoccare gli alimenti nel magazzino sino alla corretta disinfestazione dell’immobile». Infine le verifiche hanno appurato che, nello spaccio di vendita, i cartelli relativi alle pietanze a base di kebab risultavano sprovvisti della composizione degli ingredienti e privi delle indicazioni obbligatorie per legge, atte a rendere edotto il cliente sulla presenza di elementi potenzialmente pericolosi per chi soffre di allergie o intolleranze. Di qui il divieto al panino alla turca sino alla modifica dei listini. Dopo l’aggiornamento i vigili provvederanno a verificare i cartellini e solo in quel momento autorizzeranno il riavvio della somministrazione. Insomma, un martedì da dimenticare per il pachistano, sanzionato per la mancata rintracciabilità delle carni conservate in congelatore (1.500 euro), per gli scarsi requisiti igienici (1.000 euro) e per la detenzione ai fini della vendita di merce scaduta (10.000 euro). —
Riproduzione riservata © Il Piccolo