Bora, raffica-record a Noghere di 212 km/h
Una città messa in ginocchio dalla bora e dalla neve. E' quanto verificatosi nelle ultime 24 ore a causa delle eccezionali raffiche di vento che hanno toccato i 184 km all’ora (si è registrato persino un clamoroso 212 km/h nella valle delle Noghere) accompagnate da una tempesta di neve ghiacciata

TRIESTE.
Un città nella morsa. Della bora e della neve ma anche di situazioni decisamente poco ortodosse per il mese di marzo, che pure ha fama di pazzerello. A un vento che nelle prime ore del mattino di ieri, rilevazioni dell’istituto Nautico, ha toccato con una raffica i 184 km all’ora (e si tratterebbe del record storico anche se le rilevazioni Osmer si sono fermate a 152 km/h e, come vedremo, si è registrato persino un clamoroso 212 km/h nella valle delle Noghere) si è mescolata nel primo pomeriggio una tempesta di neve ghiacciata che ha trasformato in breve tempo le strade in lastre.
Pur ampiamente preannunciato, questo colpo di coda dell’inverno ha virtualmente paralizzato la città, e non solo nelle zone collinari, ma nello stesso centro. È stata soprattutto la Bora a spiazzare gli esperti. Pur ingestibile e imprevedibile nelle sue manifestazioni nella notte tra martedì e la prima mattinata di ieri ha dato la stura a un’escalation di dati spesso discordanti tra di loro. «I nostri strumenti – racconta il metereologo Gianfranco Badina – hanno registrato verso le 6 del mattino una raffica a 184 km/h, che sarebbe la più forte di sempre visto che le cifre precedenti non superavano i 180 km/h, registrati nel mese di dicembre nel 1955, 1995 e 1996 e nel gennaio 2003. Per marzo, obiettivamente – ammette Badina – si tratta di una rarità assoluta.
Quanto al record, mancano i dati del 1954 perché in quell’anno lo strumento si era rotto anche se, secondo le rilevazioni del professor Polli, quell’anno le raffiche non avevano superato i 170 km/h. Perché quest’improvvisa violenza di vento? La Bora nasce quando abbiamo alta pressione sull’Europa orientale e bassa pressione sul Mediterraneo. Stavolta però su quel mare si è formato un vortice dal Tirreno verso Adriatico, che si sta attenuando».
«I nostri dati, rilevati dalla postazione del molo Fratelli Bandiera – interviene Sergio Nordio dell’Osmer – hanno registrato al massimo una raffica di 152 km/h. Certo, la Bora ha comportamenti vari, ognuno ha il suo strumento. Questo registrato rimane comunque il valore più elevato dal ’91 ad oggi, quando è stato iniziato da parte nostra questo tipo di rilevazioni. Interessante, in tal senso, anche il discorso delle medie orarie, che sono state tutte molte elevate, mai inferiori ai 100 km/h. Abbiamo già avuto due anni fa in marzo nel 2008 – aggiunge Nordio – un fenomeno analogo ma in quell’occasione non si superarono i 140 km/h».
Chi contesta questi dati è invece un vecchio esperto e lupo di mare e della metereologia come Mario Bussani della Federazione italiana maricoltori. «La nostra postazione – racconta – ha registrato per tutta la notte tra martedì e mercoledì raffiche sopra i 160 km/h a Rio Ospo e Noghere. A mezzanotte e tre minuti una raffica ha toccato i 212 km/h. Eccessivi? Mi basta dirvi – si infervora Bussani – che la Bora è riuscita a rovesciare e capovolgere una barca da tre tonnellate! Dipende tutto dalle posizioni in cui sono piazzati gli strumenti, sono dati relativi. In Slovenia, poco oltre il confine hanno registrato una raffica a 217 km/h, cosa c’è di strano se succede anche qui? Il vento del resto arriva in caduta libera verso le Noghere dal Monte Carso che il professor Polli chiamava la sella della Bora...».
Resta l’ultimo mistero, quello della neve ghiacciata che unita al vento ha creato il cocktail che ha blindato le strade cittadine, ma per l’Osmer sembra tutto chiarissimo. «La neve – racconta Nordio – a causa della Bora ha creato strati d’aria non omogenei, creando un effetto che è un po’ quello della glassa sopra la fetta della torta, modificando la composizione dei fiocchi. Del resto, con il vento a quella velocità il fiocco parte da Lubiana e arriva a Trieste a 150 km/h! E ci è andata ancora bene, perché in Slovenia è un disastro».
La calamità, per quanto intensa, è comunque destinata ad attenuarsi. Questione di ore. «Da domani (oggi, ndr) sparisce tutto – assicura Badina – salvo qualche piccola perturbazione ancora attiva in mattinata. Nei prossimi giorni ci sarà una certa variabilità, mentre con sabato e domenica avremo bello con cielo sereno e poco più caldo e la prossima settimana temperature più alte ma inferiori alle medie stagionali, visto che attualmente è di 7,5° rispetto ai soliti 9°».
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