Borgo Giuseppino: affitti d’oro per bar e locali
Canoni triplicati in 5 anni. Boom di richieste per le vie Diaz, Cadorna e Cavana
Via Diaz come via San Nicolò, Cavana come piazza della Borsa. L’attenzione di pubblici esercenti e operatori commerciali inizia a spostarsi dalle direttrici classiche dello shopping e della vita notturna per concentrarsi con decisione sul Borgo Giuseppino. Un’area diventata particolarmente appetibile dopo la riqualificazione delle Rive e, ancor più di recente, dopo l’ipotesi di pedonalizzazione di Cittavecchia. E c’è appunto chi, tra gli addetti ai lavori, immagina per questa zona uno sviluppo simile a quello già visto nell’altro lato di piazza Unità, tra piazza Borsa, via S.Nicolò e Corso Italia. Un’area considerata per ora satura, in attesa di future pedonalizzazioni, come per esempio il Borgo Teresiano. Il fermento nel Borgo Giuseppino è testimoniato dalla presenza di diversi cantieri, molti dei quali impegnati nella trasformazione di vecchi magazzini in negozi anche di ampie metrature, dall’apertura di nuovi ristoranti e locali pubblici e, soprattutto, dalla crescita significativa dei prezzi degli affitti per spazi commerciali.
LOCAZIONI.
«La quotazione media oggi è di 30 euro al metro quadro - osserva Andrea Oliva, presidente della Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari) e referente di Confcommercio per il settore immobiliare – per un locale abbastanza grande, quindi, ad un ristoratore può venir tranquillamente richiesto un affitto di 4 mila euro al mese. Cinque anni fa, quando nessuno avrebbe pensato di fare investimenti in quella zona, lo stesso esercente avrebbe speso molto meno: allora, infatti, il prezzo medio era tre volte inferiore e si aggirava sui 12, massimo 15 euro al metro quadrato. Le ragioni di questo significativo aumento dei prezzi vanno ricercate nel nuovo appeal del Borgo Giuseppino, un’area vicina a piazza Unità, riqualificata grazie agli interventi del piano Urban, e ora pronta a diventare zona pedonale. Credo che soprattutto quest’ultimo aspetto stia pesando molto sulle scelte degli operatori commerciali. Annunci come quelli fatti dal Comune per l’area di Cavana infatti - conclude Oliva - producono reazioni immediate sul mercato». «L’interesse per la zona effettivamente c’è - osserva l’agente immobiliare Mauro Andreassich -. Non a caso assistiamo all’apertura di ristoranti, gelaterie e locali. Questo, del resto, è il momento migliore per investire in nuove attività commericiali e chi l’ha fatto nel Borgo Giuseppino ha saputo cogliere un’ottima occasione. Nel giro di due-tre anni, infatti, è facile immaginare una crescita sensibile dei prezzi sia degli affitti che delle vendite».
PRODOTTI DI NICCHIA.
A subire il «fascino» del Borgo Giuseppino, finora, sono soprattutto imprenditori decisi ad offrire prodotti di nicchia. È il caso della cioccolata proposta in versione «de luxe» o di insoliti prodotti di mare, delle coppette gelato che sembrano bomboniere o, per uscire dal settore alimentare, dei cappelli e delle spille fatte a mano. E questo, secondo le previsioni del Comune, non è che l’inizio. «La zona ha grandi margini di crescita e ottime prospettive di sviluppo - osserva l’assessore Paolo Rovis -. Merito della riqualificazione urbanistica che l’ha trasformata in un borgo caratteristico e attrattivo sia dal punto di vista immobiliare sia, appunto, sul fronte commerciale. Non dimentichiamo poi che parliamo di un’area a ridosso del polo direzionale di piazza Unità attorno a cui gravitano il municipio, i nuovi uffici della Regione e palazzo Modello, dove troveranno posto i dipendenti Acegas-Aps. Parliamo quindi di centinaia di lavoratori che ogni giorno frequenteranno le strade vicine in cerca di un caffè, di un panino per pranzo e via dicendo. Più che per lo shopping - conclude Rovis -, credo quindi che il Borgo Giuseppino si caratterizzerà sempre di più per i servizi di ristorazione».
LA CONCORRENZA.
Ma la concentrazione di così tanti locali in così poche vie non rischia di inflazionare l’offerta? «Tutto dipenderà dalla professionalità degli esercenti - spiega il presidente della Fipe, Beniamino Nobile -. Se i gestori dimostreranno di saper far bene il loro mestiere, la clientela premierà sicuramente le nuove iniziative e ci sarà lavoro per tutti. Del resto, come dico sempre io, dove ci sono dieci esercizi, possono esserci tranquillamente dodici. Vedo quindi di buon occhio questo tipo di concorrenza, anche perchè la zona si presta all’avvio di nuove attività. Il Borgo Giuseppino è frequentato da triestini così come da molti turisti. Pensiamo per esempio ai flussi di clienti legati all’arrivo delle navi da crociera. E poi le parti ”vecchie” delle città piacciono sempre, sia a chi in quella città ci vive, sia a chi arriva da fuori. Se poi consideriamo che quest’area caratteristica è proprio a ridosso delle Rive, rinate grazie all’intervento di riqualificazion, si capisce ancora di più l’entusiasmo dei ristoratori. Chi non ha trovato spazio sul fronte mare, ha ”ripiegato” sulle strade immediatamente vicine, un po’ come accade nelle altre città italiane. Basta pensare a Roma: nel tempo la splendida via Veneto ha esaurito gli spazi e i pubblici esercenti hanno puntato sulle vie adiacenti, con risultati comunque soddisfacenti».
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