Borgo San Sergio diviso tra disagio e vivibilità

Borgo San Sergio ha due facce. Quella vivibile delle casette con un pezzetto di giardino e i condomini che non superano i cinque piani d’altezza progettata a metà degli anni Cinquanta dall’architetto Ernesto Nathan Rogers; e quella piena di difficoltà delle case dell’Ater di via Grego, tra sovraffollamento e finestre che acchiappano a mala pena la luce e l’aria.
È un rione defilato, vissuto prevalentemente dai residenti. Attira gente da tutta la provincia quando il mercoledì viene animato dal ricco mercato. Decine di bancarelle colorate con frutta e verdura, abbigliamento, pelletterie, casalinghi, salumi e formaggi si concentrano in un paio di viuzze e per chi vive quella zona è momento di festa e incontri. I negozietti sistemati in quel quartiere negli anni spento le luci, abbassato le serrande l’uno dopo l’altro. Ne restano pochissimi. Anche in via dei Giganti, dove un tempo si concentravano diverse attività, mentre nell’anfiteatro hanno chiuso in parecchi.
«Non c’è ricambio – osserva Francesco Bettio, presidente della Settima Circoscrizione – e quando un negozio termina l’attività resta chiuso, nessuno lo rileva: il foro commerciale rimane sfitto per anni».
Nel complesso Borgo San Sergio, attentamente progettato a suo tempo quale città-satellite operaia con abitazioni e servizi, è un rione modello. Spazi verdi, casette curate, parcheggi, una frequentata biblioteca, aree attrezzate con giochi dedicate alle mamme e ai loro piccoli. Una serie di ambulatori, la farmacia. E poi i circoli e i bar che fanno da punto di aggregazione e la parrocchia di San Sergio Martire da sempre fulcro del quartiere. «Si vive bene – ammette Rosina Torre, residente della zona – ma per dare una mano specialmente ai più anziani servirebbero un centro civico (il più vicino è a Valmaura) e uno sportello bancario». Gli investimenti in ambito urbanistico fatti dall’amministrazione comunale grazie anche a fondi europei hanno reso negli ultimi dieci anni il rione ancora più efficiente.
Le iniziative che animano l’estate sono poche: il bilancio comunale approvato in ritardo ha impedito anche qui alla Circoscrizione di finanziare piccoli concerti, mostre o progetti estivi fino allo scorso anno organizzati dalle associazioni. Successo hanno ottenuto a fine giugno le iniziative “Borgo in bici” e nell’ultimo mese “Cinema volante”, che ha improvvisato una sala cinematografica in due punti del rione.
I problemi più seri del quartiere sono concentrati in via Grego, nell’imponente complesso Ater. Lì il degrado è ben visibile. Gli edifici necessiterebbero di manutenzione, il verde attorno è incolto, carcasse di scooter e biciclette sono sistemate tra le automobili parcheggiate. «Qui apportare dei miglioramenti è inutile – segnala un residente del primo blocco del complesso – perché i giovani che abitano queste case spaccano tutto. Vengono qui anche ragazzi da altre parti della città e a chi osa dire qualche cosa rivolgono improperi e offese. Ci sono drogati, succede di tutto».
Ascoltando i residenti – che però non vogliono fornire le loro generalità o apparire con il loro nome per timore di ritorsioni - e guardandosi attorno è chiara la presenza di un diffuso disagio sociale ed economico, che trova una sua conferma nella numerosa presenza di persone che si avvalgono delle prestazioni dei servizi sociosanitari. «I problemi del complesso residenziale di via Grego sono evidenti – sottolinea il presidente delle circoscrizione – ma va dato atto che la Microarea presente nel quartiere ha fatto dei miracoli. Il lavoro che svolge è prezioso, peccato che però negli ultimi anni sia stato diminuito il numero degli operatori che ci lavorano. E questo a discapito di una delle aree più sensibili della provincia».
«Come circoscrizione contribuivamo alle loro iniziative con cifre cospicue, – spiega Bettio, - ma la tardiva approvazione del bilancio comunale quest’anno non ci ha permesso di aiutare la Microarea. Lo faremo a settembre».
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