Bottega del Vino, giù l’affitto e nuova gara

Il Comune ridefinisce il canone, entro fine mese il bando per affidare la nuova gestione del locale
BRUNI TRIESTE 22 09 10 Inaugurazione della Bottega del vino
BRUNI TRIESTE 22 09 10 Inaugurazione della Bottega del vino

Sarà indetta entro fine mese la nuova gara per affidare la gestione della Bottega del Vino del Castello di San Giusto. E intanto la giunta comunale ha rivisto il canone mensile sulla cui base concedere la struttura. Le passate esperienze hanno evidenziato una serie di fattori sfavorevoli che hanno costretto l'amministrazione a rivalutare i valori stabiliti in precedenza «anche in modo da renderne più appetibile la gestione - specifica l'assessore comunale al Patrimonio, Andrea Dapretto - e di conseguenza l'eventuale partecipazione alla gara di qualche società».

Il Castello di San Giusto con i suoi locali adibiti a bar e ristorante ricade in una zona considerata di categoria “A”, per la quale sono applicabili i canoni più elevati. Ma quel locale, tranne che per poche serate danzanti organizzate prevalentemente d’estate, ormai è frequentato quasi soltanto da turisti e dipende a tutti gli affetti dall'apertura e dall'affluenza al Castello. E per garantire una redditività che consenta di far fronte alle spese di gestione un locale necessita ovviamente di una certa costanza nell’afflusso di clientela. Con una delibera del 5 maggio scorso la giunta ha così deciso di elaborare una particolare tariffa con una forbice che si attesta tra i 2,52 e i 3,02 euro al metro quadrato mensili. I locali commerciali all'interno del Castello contano 1560 metri quadrati. Il nuovo canone di concessione è stato fissato a 4.321 euro: comporterà una riduzione delle entrate per il Comune di 82.505,41 euro, ma verosimilmente consentirà una gestione più duratura e stabile.

Negli ultimi anni la rinata Bottega del Vino non ha brillato. Anzi, malgrado le buone intenzioni dei recenti gestori, il progetto di rilancio ha fatto flop. Da più di un anno li si organizzavano solo sporadiche cene, qualche matrimonio e feste. La giunta Dipiazza anni fa, prima di bandire la gara per riassegnarne la gestione, per il restauro di quei locali aveva speso un milione e 550mila euro dei 7 milioni spesi per il restauro dell’intero complesso del Castello di San Giusto. La concessione nel 2010 era stata affidata alla Tergestum. Il contratto prevedeva che il concessionario pagasse al Comune 11mila euro al mese, ma «per consentire un adeguato avviamento dell'attività e l'ammortamento degli investimenti» era stato previsto l’esonero dal pagamento per i primi tre anni. Di recente il locale, dopo che due dei soci, Claudio Tombacco e Enrico Samer, hanno abbandonato il progetto e la società concessionaria, è stato riconsegnato al Comune praticamente senza vita. Secondo indiscrezioni Pietro Savarese, già in Tergestum e a tutti gli effetti gestore del locale, si starebbe organizzando per partecipare alla prossima gara con una nuova società che starebbe per creare con un'altra ristoratrice.

Laura Tonero

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