Bressi: «Una struttura internazionale con orari e mentalità comunali»

«Molto bello, molto bello, molto bello. Però...». «Please make descriptions in other languages». Il libro degli ospiti del Civico Museo del Mare di Campo Marzio è pieno di complimenti. Molti commenti sono stranieri. Elogi compresi. Un vero peccato visto che le descrizioni presenti sono solo in italiano. L’inglese è bandito. Altre lingue neppure parlarne. «Il Civico Museo del Mare, per ricchezza di collezioni, si colloca in primo piano tra gli istituti similari esistenti in Italia e nel Mediterraneo» si legge nell’unico depliant presente. Questo almeno tradotto in inglese. Solo che, per stessa ammissione del direttore dei Musei scientifici Nicola Bressi, è un museo comunale. Con orari comunali e mentalità comunali. Aperto solo la mattina (9-13) e chiuso in occasione delle festività civili e religiose. Utile magari alle visite dei pensionati e delle scuole triestine.Eppure quando è stato aperto in via straordinaria, come nel corso del weekend pasquale, l’interesse non è mancato. Quasi 600 visitatori registrati. «580 per la precisione», conferma il responsabile del museo Marino Vocci. «Un potenziale enorme - spiega Bressi -. Altro che Parco del Mare. Cominciamo a valorizzare le bellissime collezioni esistenti. Una parte del Parco del Mare è già qui. Disponibile. Basta cominciare». Ma da dove? «I musei triestini sono bellissimi ma sono comunali. Siamo all’anno zero. Bisogna cambiare mentalità. A partire magari dalla traduzione in inglese delle informazioni. E poi cambiare gli orari». Ma si può fare? «Certo, servono soldi. Ma si può anche provare a trovare uno sponsor. Un privato. Il ritorno di immagine è garantito dalla qualità delle nostre collezioni». (fa.do.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo