Il busto di Lipizer firmato da Franco Dugo ai Giardini pubblici di Gorizia

Inaugurata l’opera in bronzo. L’assessore Oreti: «Giusto valorizzare i personaggi che ci hanno contraddistinto»

Alex Pessotto
L'inaugurazione del busto di Rodolfo Lipizer realizzato da Franco Dugo foto Marega
L'inaugurazione del busto di Rodolfo Lipizer realizzato da Franco Dugo foto Marega

Ai Giardini Pubblici, il busto dedicato a Rodolfo Lipizer è stato scoperto: l’iter, cominciato qualche anno fa, ha quindi raggiunto il suo coronamento. A dirla tutta, è da una vita che Lorenzo Qualli, presidente dell’associazione che porta il nome del musicista, ogni giorno erige un monumento a colui che è stato il suo insegnante.

Ma, alla pluralità di iniziative che la Lipizer organizza da tempo, a cominciare dal prestigioso concorso internazionale di violino che quest’anno si terrà dal 6 al 14 settembre, raggiungendo l’edizione numero 44, ora se n’è appunto aggiunta un’altra: il busto realizzato da Franco Dugo, che, per la sua opera, si è dovuto basare sui pochi ritratti fotografici del maestro. Il bronzo è stato collocato a pochi metri da quello dedicato a Max Fabiani e, per assistere al momento inaugurale, c’era un bel po’ di gente legata più o meno direttamente al musicista e al sodalizio.

Dopo la benedizione impartita da don Nicola Ban, responsabile dell’Unità pastorale “Porta aperta”, sono intervenuti l’assessore comunale alla Cultura, Fabrizio Oreti, in fascia tricolore, e, ovviamente, Lorenzo Qualli.

«Questo è un appuntamento importante, perché parliamo di uno di quei personaggi che hanno cambiato, e in meglio, la storia della città – ha affermato Oreti –. Ora, con Go!2025 dobbiamo essere particolarmente orgogliosi della nostra storia, anche valorizzando ulteriormente quelle figure che ci hanno contraddistinto e Lipizer è una di queste: è come se avesse vissuto due-tre vite. Perché aveva un sogno davanti a sé. L’associazione che ne porta il nome sta costruendo di continuo un museo in suo onore».

Quindi, è stato Qualli, non senza commozione, a prender la parola, tratteggiando alcuni meriti del suo maestro, fra il milione di aneddoti e di storie che su di lui potrebbe raccontare. C’erano poi il nuovo capo di gabinetto della Prefettura, Chiara Belliazzi, e il consigliere d’indirizzo della Fondazione Carigo, Giorgio Pellizon.

Infine, non sono mancate le note, affidate al coro giovanile del Centro sloveno di educazione musicale Emil Komel diretto da Mateja Černic e al Trio Zi-Ga-No composto da Enzo Ligresti al violino, Roberto Daris alla fisarmonica e Federico Mistè al contrabbasso.

Goriziano, Rodolfo Lipizer era nato nel 1895 ed è morto nel 1974. L’intenzione, espressa da Lorenzo Qualli, era di scoprire il busto l’8 giugno dello scorso anno, quando cadevano i cinquant’anni esatti della scomparsa del violinista, didatta e direttore d’orchestra. I lavori di riqualificazione dei Giardini, tuttavia, erano ancora in corso e l’appuntamento, di conseguenza, è stato rimandato.

«Per la nostra associazione questo è un momento di grandi difficoltà economiche», ha ancora affermato il suo presidente, prontamente trovando nell’assessore Oreti una rassicurazione: «Il Comune ci sarà».

Le lamentele da parte del signor “Lipizer” non costituiscono una novità, anche se il fatto che il suo sodalizio non sia rientrato tra i vincitori dei bandi triennali cultura della Regione e abbia dovuto accontentarsi di quelli annuali ha rappresentato un notevole passo indietro da un punto di vista finanziario. —

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