Cabinovia di Trieste, Comune e Regione al confronto un mese dopo il Tar: a che punto siamo

Le opzioni sul tavolo per Comune e Regione: non si esclude di ripetere l’iter in alternativa ai ricorsi. Definito invece il percorso sull’asilo di Roiano

Francesco Codagnone
Il sindaco Roberto Dipiazza con l’assessore Elisa Lodi e Stefano Bernobich della Lega
Il sindaco Roberto Dipiazza con l’assessore Elisa Lodi e Stefano Bernobich della Lega

Nuova riunione, nessuna decisione. Il vertice di martedì tra segreterie di centrodestra si è chiuso con un nulla di fatto e più domande che risposte su quale sarà il futuro della cabinovia.

Il Comune diffonde una nota in cui la coalizione di maggioranza si dichiara «unita sull’azione che si deciderà di intraprendere», ma il dato è che, a distanza di quattro settimane esatte dalle sentenze del Tar che hanno annullato i permessi ambientali alla base dell’iter, questa «azione» per rispondere ai verdetti del tribunale ancora non è stata definita.

Anche l’opzione di presentare ricorso al Consiglio di Stato, fino a martedì da più fonti data per quasi certa, oggi appare tutt’altro che scontata; ed è anzi lo stesso sindaco Roberto Dipiazza a rimettere sul tavolo anche la possibilità, eventuale, di riavvolgere l’iter e riscrivere le delibere di Vinca e Vas impugnate dal Comitato No Ovovia. Tutte ipotesi però, niente di più, perché nessuna strada potrà essere presa in solitaria senza che prima la Regione abbia sciolto le proprie riserve circa la parte di sentenze che le compete.

L’unica notizia certa che arriva al termine della riunione di martedì mattina è la stretta di mano sul nido di Roiano, con le segreterie ora allineate dopo le profonde divisioni che per oltre un anno e mezzo hanno ritardato l’apertura della struttura. L’asilo all’ex Polstrada, alla fine, aprirà, ma non sarà dato in concessione a privati come proposto da Fratelli d’Italia (a valle dei limiti assunzionali evidenziati dalla Lega), bensì con l’appalto, come sostenuto da Forza Italia e Idea Giuliana. Il centrodestra non vuole perdere altro tempo, e punta ad aprire il nido quanto prima.

Roiano esce quindi dall’impasse, ma il tema in oggetto alla convocazione resta irrisolto. L’iter della cabinovia rimane in sospeso, dopo ventotto giorni dalla pubblicazione delle sentenze emesse al culmine di un’estate segnata da scontri in Aula, proteste in piazza e un’ombra di incertezza che tuttora permane sulla copertura finanziaria dell’opera. I documenti contestati dal tribunale sono due.

Cabinovia di Trieste tra ricorsi e penali: ore decisive nel centrodestra
Il modello di cabina Leitner presentato in piazza della Borsa (foto Silvano)

Da una parte c’è la Vas (Valutazione ambientale strategica) di competenza del Comune, annullata a causa di una «carenza istruttoria» nell’operato della giunta comunale, che si sarebbe limitata a recepire un documento redatto dai propri uffici anziché rivolgersi a esperti indipendenti.

Un errore procedurale, quindi, che più di un esponente di centrodestra considera però questione di lana caprina, relativamente sanabile. A valle della procedura c’è però la delibera regionale di Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) di III livello, propedeutica alla Vas stessa, annullata poiché non sarebbero stati dimostrati quei motivi di “imperante interesse pubblico” tali da giustificare l’impatto negativo che la cabinovia arrecherebbe al sito protetto del bosco Bovedo. Senza la Vinca, la Vas perde di validità, ed entrambe sono necessarie per approvare la variante “Accesso Nord”, indispensabile per mandare avanti l’iter dell’impianto a fune.

In questo senso, ogni mossa del Comune appare vincolata, o comunque fortemente condizionata, da cosa intenderà fare la Regione. Per la giunta comunale non avrebbe senso fare ricorso al Consiglio di Stato per la Vas se, al contrario, la controparte regionale non intendesse fare lo stesso per la Vinca, in quanto senza quest’ultima la prima in ogni caso non risulterebbe valida. Se si decide di fare ricorso, lo si dovrà farse assieme. In alternativa, se si optasse per non appellarsi bensì per prendere atto dei verdetti, al Comune non resterebbe che ripetere da capo l’atto di Vas. La Regione dovrebbe fare altrettanto con la Vinca, allungando ulteriormente i tempi ed esponendosi al rischio di esiti negativi o di nuovi ricorsi.

«Le possibilità di azione sono differenti e il confronto sul piano tecnico-giuridico è in corso anche con gli uffici della Regione», riporta il Comune al termine del vertice di centrodestra, rimandando di fatto ogni decisione a quando si sarà trovata una convergenza da un capo all’altro di piazza Unità. A quanto risulta al Piccolo, a ieri la Regione non aveva ancora definito la propria mossa. Le sentenze sono ancora sulle scrivanie dell’avvocatura, e i confronti con la presidenza e la direzione Ambiente sono tuttora in corso. Tutti le opzioni vanno valutate attentamente.

Cabinovia di Trieste, l’iter sotto la lente: «Scelte tecniche, non politiche»
Giulio Bernetti, a destra, assieme all’assessore Everest Bertoli Foto Massimo Silvano

Appellarsi al Consiglio di Stato consentirebbe ai due enti di dimostrare le proprie ragioni (anche nell’ottica degli obblighi già presi con Leitner), ma significherebbe anche trascinare la vicenda giudiziaria della cabinovia ancora per mesi. Il verdetto finale potrebbe arrivare anche tra un anno, a ridosso del periodo elettorale, e non dare necessariamente l’esito sperato. E se, invece, alla fine si decidesse di non fare ricorso? Rinunciare alla cabinovia è sempre stato escluso da Dipiazza, che anzi ieri ha con forza ribadito alla sua coalizione la propria intenzione ad andare avanti e, qualora fosse necessario, anche a riapprovare da capo le delibere annullate. Opzione che viene ora soppesata con attenzione, non potendosi escludere nessuno scenario. Ciò, chiaro, ammesso che la Regione ritenga a sua volta opportuno riavviare i propri atti. In attesa che venga definita una posizione comune tra i due enti, «la maggioranza di centrodestra, analizzate le diverse opzioni – conclude intanto la nota del Comune – si è dichiarata unita sull’azione che si deciderà di intraprendere».—

 

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