Camosci in posa sui declivi dell’Hermada

Sono marroni con striature bianche e nere. Posseggono due corna curvilinee e uno “sguardo” minaccioso solo all’apparenza. Si tratta dei camosci, avvistati ieri (il filmato è disponibile sul sito de Il Piccolo) sui declivi del monte Hermada, sopra Duino.
Nel video sembrano addirittura mettersi in posa come delle star, a dimostrazione di quanto siano abituati alla presenza dell’essere umano. Un incontro di pochi minuti dal sapore estremamente suggestivo e, per quanto spiegato dal naturalista Nicola Bressi, per niente raro a queste latitudini. «Il loro arrivo è avvolto nel mistero – spiega Bressi –. I primi esemplari di camoscio sono comparsi sul Carso una ventina d’anni fa e da quella volta hanno colonizzato il territorio riproducendosi con facilità in un ambiente nel quale, pur non essendo il loro, si sono trovati a proprio agio fin da subito».
Il loro habitat non è solo l’alta montagna, quindi, potendo spingersi fino a quote decisamente basse, come appunto sul Carso, vicino al livello del mare. «Qui da noi non ci sono predatori che possano avere la meglio su di loro – prosegue Bressi –, come soprattutto le linci e i lupi. Il camoscio ha rivali sul piano, mentre non ne ha in alta montagna ed è per un puro motivo di sopravvivenza che si è auto confinato in alta quota». Gli stambecchi, invece, non potrebbero vivere a quote basse perché non sopportano il caldo: «Il metabolismo dello stambecco è legato all’altitudine, mentre quello del camoscio no – racconta ancora Bressi – tanto è vero che esistono esemplari di camosci anche in Montenegro».
I camosci del Carso non creano grossi problemi di competizione con altre specie animali. Ad eccezione del capriolo, in quanto competitivamente molto più debole. «Le uniche minacce per loro sono i cacciatori – conclude Bressi – ma, a meno che diventino preda dei cacciatori appunto oppure non arrivino predatori come lupi e linci, sono destinati a rimanere ancora a lungo alle nostre latitudini». —
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