A San Dorligo finita la guerra delle campane: due preti versano 400 euro
Si chiude il caso di San Dorligo della Valle innescato dalla denuncia dei residenti: in 150 avevano chiesto
di zittire la chiesa. L’alternativa alla pena per i sacerdoti Zalar e Benas: «C’è un clima di distensione»

La guerra delle campane si è conclusa con un’oblazione. I due sacerdoti don Klemen Zalar e don Roy Benas, finiti alla sbarra per “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”, estingueranno il reato pagando poco più di 400 euro ciascuno. Nessuna conseguenza penale, dunque per i preti che tre anni fa erano finiti al centro di una vicenda incredibile. Una battaglia iniziata nel 2022 con le lamentele di un gruppo di dissidenti per quel “din don” troppo rumoroso e troppo frequente delle campane della chiesa di Sant’Ulderico di Dolina, a San Dorligo della Valle. E culminata nel sequestro (in due riprese) del campanile e la denuncia penale dei sacerdoti, a cui venivano contestati tre episodi di disturbo della quiete pubblica. Pace fatta, ora.
Nell’udienza pre dibattimentale di venerdì scorso, il giudice Alessio Tassan ha ammesso i due imputati all’istituto dell’oblazione, vista la tenuità del reato contestato. In aula erano presenti anche alcune delle parti offese, che nel frattempo hanno sotterrato l’ascia di guerra anche grazie alle nuove regole adottate dalla diocesi proprio per evitare che i rintocchi interferiscano con il riposo e la tranquillità dei residenti.
Dallo scorso aprile le campane hanno ripreso a suonare, dopo il dissequestro definitivo disposto dal gip, con regole nuove. Adesso, con l’oblazione dei due sacerdoti – che ora esercitano il loro ministero in altre parrocchie – si chiude finalmente un capitolo che l’avvocato difensore Alberto Polacco non esita a definire «doloroso».
Le campane zittite dai sigilli giudiziari avevano avuto un forte impatto non solo sulla comunità, ma sull’intera opinione pubblica cattolica. La vicenda era salita alla ribalta della cronaca nazionale e non solo. «È importante che il campanile, punto di riferimento per l’intero paese di San Dorligo, abbia ripreso a funzionare – afferma il legale che assiste i due sacerdoti – in un clima più disteso di quello che ha portato al contenzioso. Se si è arrivati a questo risultato è stato anche grazie al percorso fatto dalla diocesi per regolamentare l’uso delle campane». Il riferimento è all’ordinanza emanata dal vescovo Enrico Trevisi, sulla scia dell’impegno profuso già dal suo predecessore Giampaolo Crepaldi e da monsignor Ettore Malnati per arrivare a un compromesso. «L’altro aspetto rilevante – conclude l’avvocato Polacco – è che tutto si è concluso senza conseguenze penali per gli imputati».
Un gruppo di residenti era salito sulle barricate per l’eccessivo zelo del parroco Klemen Zalar che aveva programmato l’orologio campanario per far scattare il batacchio ogni quarto d’ora, ininterrottamente, dalle 7 del mattino alle 21. Con due rintocchi al primo quarto d’ora, quattro alla mezz’ora e 6 al terzo quarto. Così, almeno, sostenevano i “dissidenti”.
In 150 avevano sottoscritto una petizione di protesta, con l’obiettivo di silenziare la chiesa. E ci sono riusciti: la Procura aveva aperto un fascicolo e sequestrato il campanile per ben due volte. Fino alla rimozione definitiva dei sigilli, lo scorso aprile, e all’entrata in vigore delle nuove regole, più attente alla quiete di chi abita attorno al campanile. —
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