Cantiere AcegasApsAmga sequestrato in via Fatebenefratelli a Gorizia

I carabinieri del Noe: le tubature in cemento-amianto non venivano rimosse e smaltite ma lasciate sul posto

Francesco Fain
Il cantiere sequestrato dai Noe in via Fatebenefratelli a Gorizia Foto Bumbaca
Il cantiere sequestrato dai Noe in via Fatebenefratelli a Gorizia Foto Bumbaca

Cantiere sotto sequestro probatorio. Lì non si lavora più e chissà per quanto.

Siamo in via Fatebenefratelli, a Gorizia, accanto all’accesso del Pronto soccorso nel complesso ospedaliero del San Giovanni di Dio e praticamente di fronte a un’agenzia di onoranze funebri. Da qualche tempo, si stavano svolgendo sulla pubblica via - per conto di AcegasApsAmga - i lavori di sostituzione della condutture del gas in cemento-amianto. Un cantiere che rientra nell’ambito di un progetto complessivo e più esteso. Era stata, come si ricorderà, anche modificata la viabilità per permettere agli operai di lavorare agevolmente: oltre alla sostituzione delle condutture - si legge nell’ordinanza del settembre scorso - era prevista la predisposizione edile per la realizzazione, estensione e potenziamento della rete dell’energia elettrica.

Ebbene: a seguito delle indagini portate avanti dai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) si è scoperto che le condotte in cemento amianto-non venivano rimosse e smaltite, come prevede la normativa sulla gestione dei rifiuti, bensì il pezzo di conduttura veniva lasciato sul posto, anche se non più utilizzato, e sarebbe rimasto sottoterra. In pratica, utilizzando un termine tecnico, le tubature «subirebbero - si legge in una nota del Noe - un’opera di “decomissioning senza lievo” (letteralmente “dismissione senza distacco”) anziché di rimozione e smaltimento come previsto dalle norme che regolamentano tali interventi. Le indagini, scaturite a seguito di acquisizione informativa qualificata (che non viene identificata), hanno portato all’apertura di un fascicolo processuale a carico di ignoti per le ipotesi di reato riconducibili al mancato smaltimento di rifiuti speciali. «In ogni caso - continua la nota dei carabinieri - per gli indagati vige la presunzione di innocenza fino a quando la loro colpevolezza non sarà accertata con sentenza irrevocabile». Vale la pena anche di ricordare che le indagini esperite dai militari del Noe sono iniziate già nello scorso mese di marzo, sotto la direzione della Procura Ordinaria di Gorizia.

A commissionare l’intervento (affidato a un’impresa edile di Piove di Sacco) è, appunto, l’ente gestore della rete di distribuzione del gas del capoluogo isontino, ovvero AcegasApsAmga. Abbiamo provato a chiedere alla società del gruppo Hera un commento sull’accaduto e quali prospettive ci saranno per il cantiere. La risposta è sintetica ma chiara: «Riguardo al decreto di sequestro probatorio emesso per il cantiere di Gorizia, confidiamo nel lavoro della Magistratura, alla quale diamo la massima collaborazione, convinti della correttezza del nostro operato». Ma non viene fornita, forse perché non quantificabile in questo momento, l’entità del ritardo che dovrà subire il cantiere. 

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