Carabiniere morto a Jesolo, risarcita la famiglia

I genitori, il fratello e i nonni di Claudio Lorenzon riceveranno 520mila euro
Zago Vascon deceduto claudio lorenzon agenzia fotografica foto film
Zago Vascon deceduto claudio lorenzon agenzia fotografica foto film

Sarà risarcita con 520 mila euro la famiglia di Claudio Lorenzon, il carabiniere di 26 anni originario di Conegliano ma residente a Carbonera che il 14 agosto 2011 rimase coinvolto in un incidente lungo la Jesolana. L’uomo morì dopo un’agonia di quattro giorni a causa delle ferite riportate durante l’impatto con l’auto di un turista tedesco in villeggiatura con la famiglia.

Era una domenica sera e Lorenzon, fuori servizio, si trovava in sella alla sua moto, in procinto di sorpassare alcune auto in fila. L’urto violento con l’auto che svoltava lo disarcionò: cadde sull’asfalto, sbattendo la testa. Un giovane uomo che tutti ricordano ieri per la sua passione per la divisa e per l’impegno che profondeva in ogni attività, ma anche per le sue doti umane oltre che professionali.

Lorenzon si era arruolato nell'Arma dopo il diploma all'istituto aeronautico Fleming di Treviso. Nel 2006 aveva frequentato la scuola allievi carabinieri a Reggio Calabria. Dalla fine del 2007 prestava servizio nella stazione di Rozzol, dopo una breve parentesi trascorsa alla tenenza di Mira. E proprio i colleghi triestini dopo l’incidente si precipitarono al suo capezzale, increduli, nella stanza dell’ospedale di Mestre dove fu ricoverato, con la speranza che una delicata operazione alla testa potesse salvargli la vita. Non fu così. I genitori, in un estremo gesto di generosità, autorizzarono l’espianto degli organi nel tentativo di aiutare qualcuno.

Il padre Giancarlo, la madre, il fratello e i nonni di Lorenzon si sono affidati all’avvocato mestrino Gabriele Annì, che è riuscito a ottenere il massimo dall’assicurazione, facendo applicare le tabelle milanesi: 200 mila euro a testa per i genitori, 60 mila al fratello, 20 mila euro a ciascuno dei tre nonni in vita, nonostante ci sia una sentenza della Corte di Cassazione la quale dice che ai nonni conviventi non spetta nulla.

Nello specifico, è stato riconosciuto il concorso di colpa, perché il giovane aveva sorpassato con la linea continua. L’assicurazione del guidatore tedesco era la Huk24, ma nei casi in cui sia coinvolto un veicolo straniero interviene l’Uci (Ufficio centrale italiano) che poi affida la pratica a un’assicurazione italiana, in questo caso l’Unipol.

La famiglia intera si stava per costituire parte civile, mamma, papà, fratello e tre nonni compresi, ma prima dell’udienza preliminare è stato raggiunto l’accordo. La transazione è stata firmata e a breve arriverà il risarcimento. Che non potrà certo riportare in vita il giovane carabiniere, ma che rappresenta una forma di giustizia per la famiglia.

Marta Artico

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