Carabinieri senza verticiil comando a un maresciallo

Gianni Dissegna reggente della Compagnia di Monfalcone in attesa del rientro del capitano Sante Picchi. martedì in procura della Repubblica a Gorizia gli interrogatori dei militari e degli altri indagati
La Compagnia dei carabinieri di Monfalcone si affida a un maresciallo per superare la burrasca dell’inchiesta avviata dal pm Marco Panzeri che ne ha quasi decapitato i vertici e con il comandante tutt’ora in ferie. A reggere la caserma di via Sant’Anna è stato chiamato Gianni Dissegna, finora comandante della stazione monfalconese, da anni in servizio a Monfalcone, profondo conoscitore del territorio, definito negli ambienti un professionista serio e rigoroso. Un incarico pro tempore, in attesa della nomina di un nuovo vice e del rientro del capitano Sante Picchi, affidato per ragioni di grado ma anche per la fiducia di cui Dissegna gode tra i colleghi e i superiori. È innegabile che l’indagine avviata dalla magistratura sui metodi di lavoro di alcuni militari della Compagnia monfalconese, del resto, stia condizionando l’attività d’indagine e di controllo in una zona, come quella monfalconese, al centro di problemi complessi, primi fra tutti quelli della sicurezza sociale e della droga. Una situazione di stallo che preoccupa la città e in prima persona il sindaco Gianfranco Pizzolitto, che lo ha ammesso in Consiglio. E che lo stesso comandante provinciale dell’Arma, Roberto Zuliani, ritiene di poter gestire, almeno per ora, con le forze rimastegli sul campo.


Se da un lato è probabile che la sostituzione del vicecomandante Antonio Di Paolo, uno dei 5 militari indagati e trasferito alla Compagnia di Mestre, non sia immediata, l’inchiesta è destinata invece a subire un’accelerazione già martedì quando i militari indagati saranno interrogati in Procura dal Gip, assieme al Pm Marco Panzeri. Massimo Bruno, difensore del maresciallo Domenico Monagheddu - unico militare in stato di arresto ai domiciliari - ha presentato istanza di remissione in libertà per il proprio assistito, sia in sede di interrogatorio di garanzia davanti al Gip, sia al Tribunale del riesame. Con loro, davanti al Gip, sfileranno anche gli indagati civili coinvolti nell’inchiesta.


Intanto, in assenza del comandante Sante Picchi che resta in ferie, la Compagnia è affidata a Dissegna al quale è dato il compito, pur di fronte a un’indagine ancora in corso e ai trasferimenti di 5 effettivi, di non ridurre la sua capacità operativa assicurando la copertura sul territorio. Un positivo effetto in tal senso hanno avuto le parole del comandante provinciale, Roberto Zuliani, per il quale restano innegabili le attestazioni di professionalità vantate nel tempo, dovendosi misurare con un territorio che, in virtù delle caratteristiche economico-produttive, è caratterizzato da tensioni e reati strettamente connessi con la presenza dei cantieri navali e di migliaia di immigrati e trasfertisti. Riconoscimenti dovuti, dunque, per l’Arma cittadina e per lo stesso Corpo, uno degli organi dello Stato al quale, come indicano i sondaggi, la popolazione accredita più fiducia. Anche perchè, osserva Riccardo Cattarini, difensore di un indagato, va pure tenuto conto di un altro aspetto: «I carabinieri di Monfalcone sono sottoposti a indagine per aver fatto il loro lavoro. Quindi l’indagine è volta alla verifica di come sia stato svolto, nel solco cioè dei limiti che la legge impone».
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