Case di cura private Siglato l’accordo: il budget cala del 4%

Infine è arrivato il turno anche per la sanità privata che lavora per il servizio pubblico di fare i conti con la stretta di bilancio regionale. Se finora il “budget” per case di cura e ambulatori convenzionati era annunciato con un taglio assolutamente “mignon” rispetto al -6% abbondante di Aziende sanitarie e ospedaliere, e cioé appena del 2%, quando infine Regione e categorie della sanità privata si sono seduti al tavolo per definire punto per punto quantità di prestazioni, costo di ciascuna, e prezzo dei rimborsi anche per cure e ricoveri fuori regione, le cifre hanno cominciato a ballare pericolosamente e infine, e di fatto, la contrazione dei guadagni derivanti dagli accordi con la sanità pubblica è del 4,3% rispetto al 2013, anno in cui c’era già stato un abbassamento dei rimborsi dell’1%.
«Ma all’inizio della trattativa - spiega Guglielmo Danelon, presidente e amministratore delegato della Casa di cura Salus e presidente dell’Aiop regionale - sembrava che saremmo stati tagliati del 10%». Confronto duro, si dice, ma anche «molto civile e rispettoso».
Dunque una vittoria comunque, se dal -10% si è passati al -4,3%, ma le case di cura private stanno per affrontare ancora altre limature, per esempio una revisione delle tariffe (al ribasso), hanno dovuto accettare che Tac e Pet (radiografie di altissima precisione e molto costose) vengano rimborsate secondo il famoso “costo standard”: la Regione Fvg ha preso a misura il vicino Veneto, che evidentemente valuta meno il costo di questi esami e dunque dal confronto esce un risparmio. E non solo. La Giunta Serracchiani, alle prese con 100 milioni in meno per il sistema sanitario, ha anche adeguato il prezzo della cosiddetta Tuc, cioé la tariffa concordata fra Regioni per rimborsarsi reciprocamente le prestazioni sanitarie che i propri cittadini fanno altrove. E da qui è disceso, dice sempre Danelon, un taglio di ulteriori 4 milioni. Ma complessivo, su tutto il territorio “privato” regionale.
Gli ambulatori invece, riuniti nell’Anisap, hanno ottenuto di trattare a parte, e faranno un accordo specifico, le trattative sono ancora in corso ma è già noto che la sforbiciata sul numero di analisi rimborsabili sarà notevole.
Se per i privati accreditati si chiude comunque un periodo di incertezza, perché quest’accordo (come sempre calcolato sull’Area vasta Giuliano-Isontina) ha adesso valenza fino al 2016, ma era scaduto già alla fine del 2012 e dun que c’era stata una “vacatio” di un anno intero, che cosa cambierà per il cittadino, abituato a scegliere quasi del tutto liberamente dove farsi curare?
Entro marzo dovranno essere scritti accordi ulteriori. L’Azienda sanitaria, liste d’attesa alla mano, chiederà alle strutture convenzionate un numero maggiore di interventi di un certo genere (per esempio le operazioni chirurgiche all’anca passeranno, è già noto, ai privati per una percentuale maggiore del 10%) e meno in altri settori, in modo da rendere sempre più stringente la logica che lega il servizio sanitario pubblico e quello privato, di supporto, “ingaggiato” secondo necessità. Soprattutto appunto per abbassare le liste d’attesa rispondendo anche alla legge regionale che questo impone, e che dunque finanzia l’operazione allargando su misura l’attività dei privati. Per Trieste-Gorizia sono stati stanziati a questo scopo 140 mila euro in più, da suddividere fra tutti gli erogatori di prestazioni sanitarie.
In totale, e in cifre, case di cura e ambulatori isontino-giuliani nel 2014 avranno 38 milioni e mezzo secondo il calcolo dell’Aiop.
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