Caso Heinichen, torna il "corvo” e chiede di riaprire il giallo Franceschino

Torna a colpire il ”corvo” che per oltre un anno e mezzo ha indirizzato al giallista Veit Heinichen lettere anonime infarcite di accuse infamanti. Ma si insinua il dubbio che questa volta si tratti di un'altra persona. L'autore della nuova lettera scrive: "Ma io sono un altro". E domanda di riaprire le indagini su Arnaldo Franceschino, l’ispettore di polizia trovato morto sul Carso il 13 ottobre del 2000
La copertina dell'ultimo libro
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È tornato. Anzi no. È un altro. O forse è lo stesso. Anche quella che sembrava l’unica certezza dell’intricato affaire Heinichen - l’esistenza di un ”corvo” capace di portare avanti per oltre un anno e mezzo un piano diabolico costruito su lettere anonime infarcite di accuse infamanti - sembra essere sul punto di crollare. Perché di ”serial writer” intenzionati a distruggere l’immagine del giallista tedesco potrebbero in realtà esisterne due.


A instillare il dubbio - ennesimo colpo di scena riservato da un intrigo che sembrava quasi sul punto di concludersi - è stata una nuova lettera anonima inviata il 23 maggio scorso. Lettera che, oltre ad aver interrotto una tregua in piedi da quasi tre mesi, è riuscita a spiazzare tanto lo scrittore della Foresta nera quanto gli inquirenti che, dal 27 gennaio del 2008 tentano di dare un nome e un volto al suo persecutore. L’autore dell’ultima missiva, infatti, si affretta a prendere le distanze dal primo grafomane, presentandosi come una ”new entry” mossa da motivazioni del tutto lontane da quelle del suo omologo.


L’obbiettivo degli scritti, questa volta, non sarebbe distruggere l’immagine di Veit Heinichen con false accuse di pedofilia, ma ottenere il suo aiuto per far luce su un giallo rimasto insoluto per tanti, troppi anni: il mistero dell’omicidio di Arnaldo Franceschino, l’ispettore di polizia trovato senza vita sul Carso il 13 ottobre del 2000. Un mistero, a detta del nuovo corvo, volutamente archiviato in passato da polizia e magistratura interessati a ”coprire” esecutori e mandanti per non sollevare scandali.


Gli stessi interessi che, sempre secondo il grafomane entrato di recente sulla scena, avrebbero spinto in quest’occasione gli investigatori della Mobile coordinati dal pm Baldovin a dare grande rilievo alle accuse di pedofilia solo per sviare l’attenzione dal caso Franceschino tirato in ballo in altre missive. Le due missive, spedite il 2 ottobre e a metà dicembre dello scorso anno, di cui il nuovo serial writer rivendica la paternità e che, a suo dire, sarebbero state scientificamente e frettolosamente archiviate per rischiare di pestare i piedi a nomi in vista ed evitare quindi di sollevare polveroni.


Di Arnaldo - o come lo chiama lui ”Aldo” - Franceschino, scomparso da casa il 17 febbraio e ritrovato otto mesi più tardi in Carso con il cranio sfondato, il nuovo serial writer sostiene di essere stato amico. Così amico da aver assistito al suo assassinio nella dolina di Banne. Così amico da pregare ora l’autore della «Danza macabra» affinché entri in gioco e sollevi una volta per tutte il velo di omertà e silenzio che fino a oggi ha impedito di portare a galla la verità. «Ho pensato che a rendere giustizia a un amico - scrive il nuovo corvo nella lettera spedita nella villa in Costiera di Heinichen il 23 maggio - potevi essere tu o Proteo Laurenti, magari attraverso un’indagine camuffata. Io non so nulla delle accuse che altri ti rivolgono. Ti ho scritto perché, da lettore dei tuoi libri, ho stima di te e perché, da anni, ho un peso sullo stomaco che finora non ho svelato a nessuno perché temevo per la mia stessa vita».


Ora però, spiega ancora il corvo, le condizioni sono cambiate e chi poteva nuocere in passato non esiste più. Di qui l’invito allo scrittore a dimostrare di essere davvero all’altezza della sua fama: «Sei veramente l’anima di Proteo Laurenti o sei solo un opportunista?».


Un guanto di sfida al quale il giallista risponde a sua volta con una provocazione: «L’autore di queste nuove lettere non è una persona affidabile - osserva lo scrittore - . Dice di conoscere tutte le verità nascoste del caso Franceschino, ma rivela solo dettagli già noti e riportati sui giornali del tempo, spesso tra l’altro palesemente inesatti. E poi si cela dietro all’anonimato, un comportamento da veri vigliacchi. A chi dovrei rispondere secondo lui, a un fantasma? Dimostri di saperne davvero di più, mi dia prova della sua credibilità. Solo così riuscirò a convincermi dell’esistenza di due corvi diversi. Al momento, non so cosa credere. So soltanto che il piano inquietante di cui sono vittima da mesi non è ancora finito. C’è qualcuno che continua a non lasciarmi in pace».


È l’identità di quel qualcuno, adesso, a complicare ulteriormente l’intrigo. La nuova lettera potrebbe infatti rappresentare semplicemente un cambio di strategia del solito corvo. Ma gli stessi inquirenti non escludono possa essere realmente opera di un’altra mente contorta. Ad avvalorare questa seconda ipotesi ci sarebbero almeno un paio di dettagli: il fatto che, a differenza delle altre, le tre missive del presunto nuovo grafomane sono state spedite direttamente a casa di Heinichen e non a politici o esponenti del mondo della cultura. E, soprattutto, le accortezze prese al momento della spedizione: gli indirizzi stampati sulle buste, infatti, sono stati stampati al computer e non scritti a mano come in passato.
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