Caso Rasman, il ministero dell'Interno dovrà risarcire la famiglia con 1,2 milioni

Il Ministero dell'Interno è stato condannato, con tre poliziotti, a risarcire per un milione e 200 mila euro i familiari di Riccardo Rasman, il giovane deceduto a Trieste nel 2006 dopo un'irruzione della polizia nella sua abitazione in via Grego, a Borgo San Sergio. I legali della famiglia, Giovanni Di Lullo e Claudio Defilippi, presenteranno appello perché ritiengono la somma non sufficiente.
Il caso risale al 26 ottobre del 2006: la polizia venne chiamata da alcuni vicini di casa di Rasman perché il 34enne - in cura presso il Centro di salute mentale di Domio - stava lanciando petardi. I poliziotti della Squadra volante, con l’aiuto dei pompieri, avevano tirato giù la porta dopo aver tentato invano di farsela aprire.
Ne era venuta fuori una mischia furiosa: Rasman era stato ammanettato e fatto distendere sul pavimento. In tre gli erano saliti a turno sulla schiena per tenerlo fermo. Ma lui, che aveva lottato senza risparmiare il fiato, aveva iniziato a rantolare.
Quando era arrivato il 118 era già troppo tardi. «Asfissia posizionale» si sarebbe poi letto nella perizia medico-legale.
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