C'è vita a Trieste - "Bianco, nero e terra di Siena: così ritorno a dipingere nella mia soffitta"

C'è vita a Trieste, nonostante le restrizioni imposte dalle norme per contenere la diffusione del coronavirus, che stanno cambiando la vita di tutti noi. Ecco chi ha voluto raccontare la propria esperienza, il proprio quotidiano della quarantena nella prima giornata da "zona rossa", martedì 10 marzo 2020
Via Torino deserta (Lasorte)
Via Torino deserta (Lasorte)

GIORNO 1 - 10 MARZO 2020

"Già da diverse settimane viviamo con alcune limitazioni che in primis erano dovute alla chiusura delle scuole in via precauzionale. La quotidianità è fatta di piccoli incastri, soprattutto per noi che non abbiamo nonni che ci possono aiutare e che siamo entrambi dipendenti di aziende private. Per fortuna mio marito riesce ad organizzarsi con i turni e la mia azienda ha attivato soluzioni di lavoro agile e di smart working. Con due bambini piccoli però anche lavorare da casa ha le sue complessità, abbiamo provato con una babysitter ma in ottica di contenimento dei contatti anche questa non è una soluzione. Che dire, lavoretti, video messaggi dalle splendide maestre di mio figlio, tanta pazienza e purtroppo un po' più di tv. Ma usciremo più forti da questa emergenza e le passeggiate all'aria aperta, le vacanze, gli aperitivi con gli amici avranno un gusto molto ma molto più dolce".

Delia Barzotti

 

"Che dire... io di base, come docente, sono in quarantena da Carnevale! Consideriamo oggi il day 1? Consideriamolo! Sveglia, caffe' (a casa dopo anni), preparazione del materiale per la scuola. Alle 9 mi connetto. Fino alle 12 sono on line tra "Prof., posso magnar una banana" e "Scusi (con tanto di mano alzata), posso andar in bagno?". Pur essendo degli animali mi mancano. Poi una lavatrice, una lavastoviglie, compiti corretti. Ora, 17:45 del Dday, chiudo tutto e mi riposo. Anche se la testa continua a lavorare. Ah, nel mezzo, caviglia storta domenica mattina diventata color violaceo e un orzaiolo nell'occhio. Ho deciso di non farmi mancar nulla".

Costanza Vecchiet

 

"Al mattino ogni giorno continuo a lavorare in territorio occupandomi dei bisogni primari delle persone più fragili, gli anziani. Quando rientro a casa mi occupo della casa e del giardino, per la prima volta ho creato un orto che curo con amore e spero presto di vedere i frutti di questo lavoro. Grazie per questa bella iniziativa!"

Doriana Vidonis

 

"Io ho aperto un blog con una collega, giornalista slovena. Anche lei mamma, anche lei a casa con il tele-lavoro, anche lei facendo miracoli a far passare le giornate ai bambini. 2 nazioni che si scrivono, 2 isolamenti diversi. Lo potete leggere, nelle rispettive lingue su avoidnocomment.com".

Klementina Koren

 

"Oggi è il 10 marzo. Ho deciso di lasciare una pagina bianca tra le righe che ho scritto sul mio diario ieri, e quelle che vado scrivendo oggi. C'è un prima e c'è un dopo. In Italia oggi è il primo giorno della nuova era, l'era del Grande Morbo. Ieri sera, dopo le 9, alla televisione il presidente del Consiglio Conte ha ufficializzato quello che già era nell'aria: l'estensione della zona rossa a tutto il territorio nazionale. I casi di contagio sono schizzati a 9 mila, siamo diventati il secondo paese sul pianeta con più casi, abbiamo superato la Corea del sud. Una gran bella medaglia d'argento. Questa misura draconiana basterà? Dobbiamo vivere tra le nostre mura, uscendo di casa il meno possibile. Il primo provvedimento che ho preso è stato quello di annullare dal mio contapassi l'abituale media (ieri sera 18 mila passi, 13 chilometri al giorno). Già prima avevo sospeso tutte le mie abituali attività sociali: il corso sulla felicità all'università della Libera età, il servizio di volontariato ASTRO all'ospedale Burlo Garofolo, il torneo di calcetto con gli amici, quello di lavre in piazza Carlo Alberto e le bellissime camminate sul Carso del giovedì. Questa mattina ho raggiunto comunque il colorificio di via Diaz dove ho acquistato i tre colori fondamentali per dipingere: bianco, nero e terra di Siena. Da domani ritornerò nella mia soffitta e nuovamente impugnerò il pennello che avevo abbandonato da qualche tempo. Ascoltando le musiche del mio amato Ennio Morricone saprò trarre qualche momento di creatività e di felicità anche in questi primi giorni della Nuova Era. Cuoricino ha paura, io no".

Alessandro Paronuzzi

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