«Centri civici dimezzati in 4 anni»

«Centri civici a Trieste nel 2011: sette. Centri civici a Trieste nel 2015: quattro. Che diventano tre considerando l’apertura alternata del centro civico di Opicina e quello di Prosecco». Parlano i numeri. Francesco Bettio, presidente della VII circoscrizione comunale, sceglie il tema dei centri civici per la sua prima uscita publica come referente comunale del nascituro movimento Rivolta l’Italia, che fa riferimento a livello nazionale all’onorevole Giuseppe Moles (ufficio presidenza Forza Italia) e all’ex ministro Antonio Martino (fondatore di Forza Italia). Al suo fianco c’è il referente regionale Maurizio Facchettin e, come osservatore, il consigliere regionale azzurro Bruno Marini.
«Il peggioramento della situazione è lampante, ma i numeri, che già inchiodano inequivocabilmente l’amministrazione comunale alle proprie responsabilità, non dicono tutto delle colpe che ha la sinistra triestina attualmente alla guida del Comune - spiega Bettio nella sua disamina sui rioni abbadonati dal centrosinistra -. Effettivamente va detto che dei centri civici sono stati aperti, ovvero il centro civico in via del Teatro Romano, in pieno centro, e quello di via delle Lodole, a San Giacomo. Quest’ultimo ha sostituito il centro civico di via Caprin. Con il particolare non trascurabile che a circa un anno di distanza anche la nuova sede è stata chiusa - spiega il presidente di circoscrizione - . Ben nota la chiusura del centro civico di Roiano. Ancora più tribolata la vicenda del centro civico di via Paisiello, laddove la chiusura definitiva è emersa solo dopo l’interessamento diretto della Circoscrizione». Ma non basta: «A luglio di quest’anno ha avuto inizio la chiusura estiva del centro civico di via Giotto. Ad oggi non è nota la data di riapertura», chiosa Bettio.
La morale? «La sinistra triestina che guida il Comune di Trieste ha scelto di lasciare completamente priva di un ufficio di decentramento tutta la periferia della città (Barriera Vecchia, San Giacomo, Ponziana, Chiarbola, Servola, Altura, Valmaura, Borgo San Sergio, Poggi Paese, Roiano), lasciando alla nuova amministrazione nel 2016 il compito di risolvere i problemi creati da una errata gestione del personale dei centri civici». Un tema da campagna elettorale, insomma. «Toccherà a chi sostituirà l’amministrazione di sinistra - conclude Bettio - il compito di pensare nuovamente alla periferia di Trieste, dopo 5 anni di oblio amministrativo. Se di fatto è possibile, più che in passato, accedere grazie a internet a servizi forniti dal decentramento, chi amministra oggi Trieste pare dimenticarsi che nella nostra città ci sono moltissimi anziani, ben lontani dalla dimestichezza nell’uso della rete, o , anche semplicemente, dal possedere un computer. Chiudere i centri civici è un danno alla cittadinanza, soprattutto agli anziani». (fa.do.)
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