Centro trasfusionale, coperta corta e turni massacranti per il personale

Grido d’allarme dei tecnici di laboratorio del Centro trasfusionale di Gorizia i quali si vedono costretti nuovamente a esporre le loro importanti problematiche irrisolte ormai dal luglio 2013. A...

Grido d’allarme dei tecnici di laboratorio del Centro trasfusionale di Gorizia i quali si vedono costretti nuovamente a esporre le loro importanti problematiche irrisolte ormai dal luglio 2013. A farsene portavoce il segretario regionale Cisl-Fp Massimo Bevilacqua. «Tale servizio, tramite cessione del ramo d’azienda da parte dell’allora Ass Isontina, è stato annesso al Dipartimento di medicina trasfusionale di Trieste. Gli accordi d’intesa - ricorda il sindacalista - prevedevano, in merito alle risorse umane, 8 tecnici di laboratorio più il capotecnico, per la copertura dei turni sia dell’ospedale di Gorizia che quello di Monfalcone. Questo assetto, a parte per qualche periodo, non è stato affatto rispettato, già con un’unità in meno all’inizio della nuova attività. Con l’oggettiva difficoltà nella gestione dei turni per la copertura dei due ospedali, il personale ha manifestato la necessità di richiedere una guardia attiva che, come Cisl Fp, abbiamo più volte richiesto, invece della reperibilità per garantire innanzitutto il miglior servizio ai pazienti e, non da meno, il giusto riposo dei tecnici che, estremamente stanchi, dopo il turno notturno in regime di reperibilità sono costretti al turno pomeridiano».

Aggiunge Bevilacqua: «Più volte è stato ribadito quanto l’eccessiva stanchezza e lo scarso riposo possono ripercuotersi negativamente sull’attenzione costante da tenere per il delicato lavoro. Da gennaio 2016, il personale si riduce ulteriormente per una prima gravidanza e da dicembre 2017 per una seconda. L’uscita dai turni anche del capotecnico fa sì che le unità in meno siano 3 (ovvero 4 se si considera la risorsa mai mandata, nonostante l’atto d’intesa lo prevedesse). Dalla sede centrale di Trieste, viene inviata una collega per supplire quattro assenze. Nonostante ciò, il peso dei turni rimane importante e la frequenza, soprattutto, risulta insostenibile». La direzione di Asuits è stata già informata da più lettere pervenute a nome sia degli operatori, che della stessa Cisl Fp, di una situazione ormai al limite e la consapevolezza di non poter offrire il servizio migliore al paziente. «Da poco, anche la collega inviata dalla sede centrale, è stata richiamata nella sede triestina per carenze anche nella stessa. I tecnici di laboratorio isontini, così, tramite numerosi ordini di servizio, si sono visti costretti a provvedere alla copertura di ulteriori turni, sforano sistematicamente la sesta reperibilità, come cita il contratto. Ora, senza nulla togliere ai colleghi, la situazione dell’area isontina non è più accettabile», taglia corto Bevilacqua. La Cisl, per conto delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, richiede sia alla direzione di Asuits che a quella della Aas Bassa Friulana-Isontina di «porre rimedio in tempi brevi riportando ad una situazione lavorativa più sostenibile, sia a tutela dei i propri pazienti che hanno il diritto di essere “serviti” nel modo migliore possibile sia l’equipe che possa avere sì un duro lavoro, ma anche il meritatissimo riposo. Qualora se anche tale ultima richiesta rimanesse inevasa ci potrebbero essere un’importante numero di domande di trasferimento (perché quella purtroppo al momento pare l’unica strada), si auspica che questa spiacevole condizione possa risolversi nel migliore dei modi».

(fra.fa.)

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