Chiesa di Montuzza: dopo 10 anni di lavori tornano gli affreschi

Restaurata la gran parte ma ora servono ulteriori fondi per l’ultima parete e per le infiltrazioni d’acqua
Foto Bruni 28.11.12 Chiesa di Montuzza: i lavori di ristrutturazione interna
Foto Bruni 28.11.12 Chiesa di Montuzza: i lavori di ristrutturazione interna

Da una parte mangiano i poveri, dall’altra i santi. I primi alla mensa gratuita dei frati minori Cappuccini. I secondi poco più in là nella chiesa, dove sono stati nutriti finalmente dei colori, dei decori, delle luci con cui gli artisti dell’800 avevano dato loro corpo e sostanza per abbellire le pareti e il soffitto di Sant’Apollinare in Montuzza. Una chiesa con una bella storia, frutto di donazioni cospicue nella seconda metà dell’800, partendo da Francesco Giuseppe e finendo con Pasquale Revoltella.

Ma negli anni Quaranta e Cinquanta del ’900 gli affreschi furono nascosti con pittura grigia, in tempi più recenti il soffitto è andato a rischio di crollo, e i frati dal 2004 sono alle prese con restauri ora quasi tutti terminati (manca la parete destra con le sue cappelle), per un totale di 1,4 milioni di euro di cui manca una consistente parte (contributi sono venuti dalla casa madre veneta dei Cappuccini, dalla Regione e dalla Soprintendenza che poi ha seguito i restauri). L’emergenza più grande è però nell’umido che sale dal terreno: le case costruite a valle del colle di San Giusto hanno bloccato il naturale drenaggio dell’acqua, e ora il complesso di Montuzza deve fronteggiare questa emergenza strutturale e chiede anche aiuto ai cittadini per mettere assieme le somme necessarie.

Ieri frate Silvano, da 4 anni alla guida dei Cappuccini di Montuzza, ha presentato gli esiti di questo pregevole lavoro realizzato dal laboratorio di restauro e conservazione delle opere d’arte “M.G” (Maggi-Gasperini) con l’aiuto di molti collaboratori. Maria Chiara Cadore, storico dell’arte della Soprintendenza, chiedendosi «perché le chiese negli anni ’50 facevano questa fine, dipinte di grigio, e nemmeno di bianco?», ha definito «strabiliante e meraviglioso» il soffitto recuperato, con una “Gloria dell’Immacolata” dipinta nel 1097 da Giacomo de Simon su imitazione del Murillo, e con la rinascita delle decorazioni a parete che mimano architetture e marmi, «opera di decoratori una volta eccellenti e numerosi e oggi introvabili quanto un idraulico che costi poco...».

Il recupero dei dipinti, che restituisce una chiesa che par più grande, ricca e nobile di prima anche per la bella architettura interna, è stato fatto partendo dagli archivi, guardando le foto degli originali.

L’avvocato Andrea Melon, che è nel direttivo della Società filarmonica della Cappella corale di Sant’Apollinare, assieme a David Di Paolo Paulovich che dal 1993 guida la compagine corale, hanno anche presentato le iniziative che in dicembre ridaranno musica, e non solo arte, alla chiesa con la quarta rassegna corale di polifonie sacre il 2, 9, 16 e 24 dicembre (messa di Natale). Sarà una rassegna «multiculturale»: dai cori triestini (Cappella civica, Cappella Tergestina, Silvulae cantores) a quelli sloveni del Carso (Lipa di Basovizza, Gruden di Aurisina), e a quelli della Comunità serbo-ortodossa e della Comunità greco-orientale.

«Speriamo in qualche aiuto in più - ha concluso padre Silvano -, finora siamo riusciti a mettere in sicurezza il soffitto e non solo il patrimonio pittorico, ma anche quando si riesce a ottenere qualche finanziamento passa molto tempo prima di poterlo avere». Intanto in Sant’Apollinare si stanno smontando le impalcature, e un po’ di bellezza viene restituita alla città.

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DELLA STRUTTURA RESTAURATA

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