Chimica, a contatto diretto con le aziende

La chimica è una scienza centrale che connette gli ambiti di studio più disparati, dalla medicina alle fonti energetiche alternative. Il professor Silvano Geremia è il direttore del dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche ed è convinto che questa realtà sia un punto di forza per l'ateneo di Trieste.
Professore, come nasce il suo dipartimento?
«È stato creato alla fine del 2011 dalla fusione di due dipartimenti precedenti, le Scienze chimiche e Farmaceutiche. Ha circa una cinquantina di docenti strutturati, poi vi gravitano attorno altrettanti dottorandi, assegnisti, borsisti».
Chimica e Farmacia possono stare assieme?
«Certo. Il nostro è un dipartimento piuttosto omogeneo dal punto di vista scientifico, pur con un spettro ampio di materie: si va dalla chimica farmaceutica a quella teorica. In ogni caso a noi è afferita la parte più chimica della vecchia facoltà di Farmacia (l'altra parte è andata a Scienze della vita ndr), sicché la fusione ha aggregato in modo omogeneo tutti i chimici dell'ateneo».
Come si struttura l'offerta didattica?
«Abbiamo in gestione un corso di laurea triennale e magistrale in Chimica, unico in regione».
Si svolge tutto a Trieste?
«Sì. Nella magistrale sono previsti due curricula: Sistemi nanostrutturati e supermolecolari e Organico biomolecolare. Uno è nel campo dei materiali avanzati e nanotecnologici, l'altro si interfaccia con le scienze della vita e della salute».
Altri corsi di laurea?
«Altrettanto importanti sono Farmacia e Chimica e tecnologie farmaceutiche: sono due corsi di laurea a ciclo unico, di cinque anni. Il primo è il classico corso preludio alla professione di farmacista mentre l'altro, pur appartenendo alla stessa classe di laurea di Farmacia, consente di accedere anche alla professione del chimico. Entrambi i corsi sono interdipartimentali, vi contribuiamo noi, il dipartimento gestore, assieme a Scienze della vita».
I corsi sono a numero programmato?
«Sì, tutti e tre i corsi di laurea lo sono. A Chimica abbiamo dovuto introdurlo perché con il limite di iscrizioni a Medicina capitava che in certi anni vi fosse un afflusso eccessivo di studenti: la chimica richiede molta attività in laboratorio e questo impone numeri ragionevoli di partecipanti per tenere alta la qualità. Il numero di posti disponibile è di cinquanta e l'esame di ammissione si tiene il 9 settembre».
Come vanno le iscrizioni?
«Storicamente chimica ha sempre avuto una ventina, trentina di nuovi iscritti l'anno. Quest'anno però abbiamo quasi saturato il numero di cinquanta. Considerato che l'anno precedente il limite era di 75 iscritti, significa che l'esame d'accesso non è un deterrente. Gli studenti cercano la qualità».
Dopo la laurea magistrale cosa succede?
«Volendo c'è il terzo livello. Il dottorato in chimica è uno dei punti di forza del nostro ateneo. Da quest'anno si allarga grazie a una convenzione con Venezia. Il capoluogo veneto dispone di insegnamenti complementari ai nostri: ad esempio loro sono forti in chimica ambientale e industriale mentre noi in chimica organica, inorganica, chimico-fisica. Ciò rafforza entrambe le università, anche se il dottorato sarà gestito da Trieste, che diventa così uno dei punti di riferimento del Nordest».
Quali sono gli sbocchi occupazionali?
«Con i decreti attuativi del 2011 l'università diventa parte attiva nel collocamento post laurea degli studenti. Per noi lo sbocco occupazionale è fondamentale, stiamo prendendo contatto con le aziende e puntiamo a lavorare in sincrono con le necessità del territorio. La chimica è spesso abbinata a un carattere artificioso se non tossico. Ma così non è: gioca un ruolo indispensabile in alcuni dei campi di ricerca vitali del nostro tempo. Penso ad esempio alle nanotecnologie, alla medicina molecolare, alla ricerca che si lega al concetto di sviluppo sostenibile».
(3 - Segue. Le puntate precedenti sono state pubblicate il 20 e 27 maggio)
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