Chiude pure il Salone Mauro «Tagliare i capelli è un’arte ma ora è tempo di riposare»

la storia
Marco Bisiach
Alla penultima occasione possibile prima della chiusura definitiva, anche il maestro Franco Dugo ha approfittato per passare un’ultima volta da Mauro per farsi tagliare i capelli. Mauro per tantissimi, compreso Dugo che è uno dei suoi clienti abituali, è semplicemente “il barbiere”, anche se lui preferisce il termine “acconciatore”. Di cognome fa Komauli e da domani sarà ufficialmente in pensione. Assieme alla barberia di via Brigata Casale di cui abbiamo raccontato, con la fine di questo 2020 Gorizia perde anche un altro dei suoi storici e ormai sempre più rari saloni da uomo, il Salone Mauro di corso Italia 148.
Anche senza abusare di retorica, un autentico pezzettino di storia della città, visto che quelle vetrine, quelle poltrone e quell’insegna sono al loro posto di fronte al Parco della Rimembranza fin dal 1959, quando ad aprire il salone (che allora si chiamava “Da Rico”) fu il papà di Mauro, Riccardo Komauli. Proprio da lui l’allora sedicenne Mauro ha imparato il mestiere, cominciando l’apprendistato da garzone di bottega nel 1967. Oggi di anni Komauli ne ha 69, e dopo 53 di onorata carriera è arrivato il momento di dire stop.
«Ho iniziato perché in famiglia questa professione è di casa – racconta –, frequentando poi l’Accademia nazionale di acconciatura maschile, e conseguendo nel 1976 il titolo di “Maestro di acconciatura e taglio”. Per una vita mi sono dedicato con passione enorme all’arte di tagliare i capelli, ma a 69 anni direi che è tempo di riposare un po’. Certo, mi mancheranno tanti aspetti di questo mestiere che purtroppo sta scomparendo, a partire dal rapporto quotidiano con le persone, ma concludo in maniera serena, e ci tengo a mandare un saluto e un caloroso augurio ai colleghi e a tutte le persone che conosco e che hanno riposto fiducia in me». Parliamo di fatto di quattro generazioni di goriziani (alcuni anche noti, come ad esempio l’attuale sindaco Rodolfo Ziberna) che sono passati sotto le forbici di Komauli. Che di passioni ne ha avute e ne ha anche molte altre – dalla bici con la quale correva con ottimi risultati da dilettante, in gioventù, alla chitarra elettrica che suona ancora nella band Otis group –, e di ricordi curiosi, oltre alla soddisfazione di aver portato avanti il mestiere di famiglia, ne conserverà a centinaia. Uno su tutti: «L’incontro con Mario Soldati, che di passaggio in città per ritirare un premio venne a tagliarsi i capelli da me. E mi lasciò una splendida dedica: “Al Salone Mauro di Gorizia, la città più pulita d’Italia”». –
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