Chiuso il centro massaggi cinese del sesso

Era il centro-massaggi, indiscutibilmente, più frequentato di Gorizia. E la spiegazione pareva essere semplice: siccome negli ultimi mesi ne sono stati chiusi molti in tutta la provincia, questa è la conseguenza della mancata concorrenza. Così almeno sembrava. Così, almeno, immaginavano tutti.
Oggi, invece, si scopre che la motivazione di questo “affollamento” era un’altra, assai meno ingenua. La Polizia di stato e la Guardia di finanza di Gorizia, nell’ambito di un’operazione congiunta in atto da qualche mese in tutto il territorio provinciale, hanno chiuso il frequentatissimo centro massaggi cinese.
Ieri mattina gli operatori della squadra mobile e del nucleo di Polizia tributaria si sono presentati al centro massaggi “Zhang man” di via Carducci 28/3 ed hanno eseguito la misura cautelare del sequestro preventivo dei locali con imposizione del divieto di dimora nel Comune di Gorizia, emessa dal Gip su richiesta della Procura isontina, a carico dei gestori dell’attività commerciale, un uomo ed una donna, entrambi cinesi dello Zhejiang.
I due, sfruttando l’asserita arte del massaggio praticato da una dipendente, di fatto favorivano e sfruttavano la prostituzione. Nelle “interviste” all’uscita del centro, i numerosi clienti hanno raccontato a Polizia e Guardia di finanza quanto accadeva nel segreto delle stanze interne: pratiche sessuali nelle quali quasi tutti clienti “incappavano” con esplicito consenso. Stando a quanto la polizia lascia a trapelare, si consumavano anche rapporti completi con la dipendente che avrà avuto sì e no trent’anni.
I proventi venivano raccolti direttamente in contanti dai titolari con emissione (ma non sempre) di ricevuta fiscale sulla quale compariva la sola dicitura “massaggio”. Alcuni numeri: settantadue clienti in quindici giorni, la gran parte di loro soddisfatti nell’arte di afrodite; poco meno di una ventina le ricevute fiscali emesse in tale lasso di tempo; quindici ore al giorno di lavoro per la dipendente. «A tale riguardo, sulla base della documentazione rinvenuta, saranno effettuati ulteriori accertamenti finalizzati alla determinazione dei profitti illecitamente conseguiti», fa sapere l’ufficio stampa della Questura.
L’affluenza al centro massaggi di via Carducci ha surclassato nettamente quella degli altri centri massaggi gestiti da cinesi già chiusi in provincia di Gorizia nei mesi di luglio e dicembre 2014. Sulle vetrine dell’attività, oltre all’avviso che annuncia il sequestro preventivo, appaiono ancora le tariffe: per un massaggio misto della durata di 60 minuti si pagavano 50 euro, stessa cifra per un massaggio giapponese con doccia della durata di un’ora. Trenta minuti di massaggio a quattro mani costavano sempre 50 euro mentre, per risparmiare, era consigliato il massaggio rilassante corpo: per 30 minuti venivano richiesti 20 euro. Immancabile il massaggio thailandese con doccia per il quale bisognava mettere in conto una spesa di 50 euro.
Il centro-massaggi di via Carducci era salito alla ribalta della cronaca una ventina di giorni fa per un episodio che nulla ha a che vedere con quello appena descritto e che ha portato al sequestro preventivo del locale. Come scrivemmo allòra, le squadre volanti della Polizia intervennero nell’esercizio commerciale gestito da imprenditori di nazionalità cinese. I poliziotti erano dovuti intervenire perché alcuni soggetti arrecavano disturbo ai cinesi che lavorano all’interno. Furono proprio loro ad allertare le forze dell’ordine.
Non vennero forniti altri particolari: non si seppe chi fossero, perché avevano arrecato disturbo ai cinesi e quali fossero le loro generalità o le loro iniziali. Fatto sta che l’arrivo della polizia riportò tutto alla calma. I disturbatori vennero allontanati e non furono formulate denunce a loro carico.
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