Cibo crudo, organi, ossa È il menu della dieta Barf

Il consiglio degli esperti a chi sceglie questa alimentazione: «No al fai da te, ci si affidi a un veterinario nutrizionista»

Da poco più di quattro anni anche in Italia alcuni proprietari di cani optano per la dieta Barf, un acronimo che sta per “biologically appropriate raw food”, ovvero cibo crudo biologicamente appropriato. Un metodo di alimentazione adottato da tempo negli Stati Uniti e diffusosi nel nostro Paese con una certa velocità anche a seguito di una puntata della trasmissione “Report” del 2015, ancora disponibile in rete, che denunciava la minima quantità di carne o pesce presente nella gran parte di crocchette e scatolette, raccontando gli scheletri nell’armadio dei grandi produttori di cibo per animali domestici.

Chi adotta una dieta Barf per il proprio cane, somministra dunque carne o pesce crudo, organi interni, ossa. Si stanno moltiplicando così i siti on-line che offrono prodotti specifici come esofago, cuore o reni di bovino, macinato di trippa verde, fegati di coniglio e decine di altre possibilità che una volta scongelate vengono servite crude. I medici veterinari, in merito, hanno posizioni contrapposte. Tutti però raccomandano di farsi seguire e di non improvvisare. «Qualora si voglia adottare la dieta Barf per il proprio cane – consigliano dall’Ordine dei medici veterinari di Trieste – è bene farsi seguire da un medico veterinario nutrizionista e non darsi al fai da te. Bisogna seguire corrette indicazioni che tengono conto delle esigenze e delle necessità di ogni singolo esemplare». L’improvvisazione potrebbe esporre l’animale a dei rischi come squilibri nutrizionali o la pericolosità delle ossa che possono provocare lesioni orali, fratture dentali, perforazioni di stomaco o tratti di intestino, stipsi o vere e proprie occlusioni intestinali.

C’è poi il pericolo di problemi igienico sanitari. La carne cruda è sempre potenzialmente pericolosa. Batteri come Escherichia coli e Salmonella, oppure anche il rischio Anisakis per il pesce, sono tra le tossinfezioni alimentari più note. In questo caso, tra gli animali domestici ad essere maggiormente colpiti sono quelli immunodeficienti oppure interessati da patologie gastroenteriche. Per evitare questo rischio, è consigliabile congelare il cibo. —

L.T.

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