Cicogna nera avvistata all’Isola della Cona

STARANZANO
Osservata all’Isola della Cona, dopo la cicogna bianca, anche la cicogna nera. Una specie piuttosto rara per la regione, ma che regolarmente transita per raggiungere i luoghi di nidificazione situati nell’Europa dell’Est. È piuttosto schiva e frequentatrice non tanto dei camini e dei centri abitati, quanto dei grandi boschi di pianura e delle golene fluviali e praterie umide, oggi purtroppo ridotte al lumicino.
Per ambedue le specie è in programma alla Cona un progetto di ricolonizzazione. Un intervento promosso dall’associazione Co.Na. (Conservazione della natura). Alla Cona, comunque, l’osservazione di questi uccelli rimane, per ora, un episodio relativamente raro, anche se esistono dei progetti per stimolarne la più numerosa presenza in futuro. Fabio Perco, direttore della Stazione biologica Isola della Cona (Sbic), fornisce ulteriori indicazioni. «Chi desiderasse oggi vedere con certezza le cicogne -afferma - non deve far altro che recarsi a Fagagna, quando l’Oasi dei Quadris è aperta al pubblico, preferibilmente nei giorni festivi. All’interno dell’area recintata ma anche nei paraggi è facile osservare almeno una quarantina di uccelli e decine di grandi nidi, sopra i quali, specie in primavera ed estate, le cicogne allevano i propri piccoli. Qui le cicogne vengono allevate e attivamente protette. Qualche singola coppia, poi, è tornata a riprodursi in Friuli solo di recente, anche a seguito di un ambizioso progetto realizzato nelle vicinanze di Fagagna». La Cicogna bianca, afferma ancora il naturalista, in epoca storica era comune in varie parti d’Italia, come attestano numerose fonti. Se si fa riferimento a questa regione la tradizione vuole che, durante l’assedio di Aquileia da parte di Attila e i suoi Unni avvenuto nel 452 d.C., le cicogne che numerose nidificavano sui tetti di quella città, se ne andassero a un certo punto, segnalando, per così dire, l’imminente disfatta. In seguito la specie è divenuta via via più rara scomparendo del tutto, come nidificante, all’inizio del secolo scorso. Numerosi volatili, tuttavia, hanno continuato a frequentare queste zone durante le migrazioni. A parte nell’area locale, spiega ancora Perco, capita di osservare cicogne in movimento un po’ ovunque, ma con speciale frequenza nella zona della pianura friulana e nel Goriziano. Come pure nella grande piana erbosa dell’aeroporto di Gorizia, dove i beneauguranti uccelli trovano abbondanza di piccole prede: cavallette, lombrichi e altri invertebrati. «Le cicogne bianche - così ancora Perco - sembrano quindi in graduale ripresa dopo un periodo di forte riduzione causata dalle trasformazioni degli habitat, specie nelle aree sottoposte ad agricoltura intensiva, dove si impiegano pesticidi, ma anche a causa degli abbattimenti illegali». «Oggi - conclude - tali episodi sono quasi scomparsi grazie a leggi più rigorose».
Ciro Vitiello
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