CIMOLAI E LA METRO DEL RISCATTO

L’azienda ha collaborato alla realizzazione della stazione firmata da Calatrava sul sito di Ground Zero
Di Elena Del Giudice

ELENA DEL GIUDICE. La cura è quella che si riserva ad un abito su misura se chi lo realizza è un abilissimo sarto artigiano. Ogni dettaglio è attentamente pensato, progettato, realizzato, e l’insieme è perfetto. L’esempio calza, ma se parliamo di Cimolai la struttura dell’abito è di solido acciaio, lunghe sbarre di centinaia di tonnellate progettate per tenere insieme strutture avveniristiche e funzionali. La Cimolai dà sostanza ai disegni dei migliori ingegneri del mondo e realizza viadotti, grattacieli, metropolitane, coperture di stadi, bunker e persino paratie. Quelle di Panama, tanto per dirne una. La sartoria della carpenteria metallica è made in Pordenone, evoluzione di una piccola impresa artigiana fondata nella metà del secolo scorso da Armando Cimolai, e portata ai vertici del settore nel mondo dal figlio Luigi.

Hanno un pezzetto di Pordenone progetti come la copertura dello stadio olimpico di Atene o di quello di Cardiff, molti viadotti della rete autostradale italiana, le nuove paratie del canale di Panama, opera in corso di ultimazione proprio in queste settimane. E persino Ground Zero.

Più vicino a noi, a Trieste Cimolai è impegnata nella costruzione del comprensorio ospedaliero di Cattinara, così come la protezione di Venezia, con il progetto Mose, ha un’anima pordenonese sempre grazie a Cimolai.

Dei progetti più recenti, sicuramente quello di Panama ha richiesto impegno e dedizione alla “piccola” Cimolai. si tratta di un’opera imponente resa possibile dal genio italico che ha materialmente realizzato le 16 “porte”, ovvero le “paratie”, che disciplineranno l’ingresso e l’uscita delle navi dal Canale. I lavori, iniziati nel 2009, hanno un valore di 3.356 milioni di euro e sono stati affidati a un consorzio di costruttori di cui fanno parte l’italiana Salini Impregilo, la spagnola Sacyr e la belga Jan de Nul. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo Canale che, a complemento dell’esistente, consentirà il transito di navi di maggiori dimensioni, incrementando il traffico commerciale in risposta agli sviluppi e alla continua espansione del mercato dei trasporti marittimi.

Una delle parti principali per il funzionamento del terzo set di chiuse sono proprio le 16 paratie realizzate dalle officine Cimolai e partite dal porto di Trieste con un trasporto transoceanico lo scorso anno. Le sedici enormi porte scorrevoli rappresentano uno dei componenti principali del progetto per l’ampliamento del canale che, una volta ultimato, consentirà di raddoppiare il numero delle navi in transito (oggi attorno alle 14 mila 200 navi l’anno). Il funzionamento efficiente e in sicurezza delle chiuse che permettono l’attraversamento del Canale dall’Oceano Atlantico al Pacifico è regolato e garantito da queste enormi paratoie a scorrimento orizzontale. Ogni paratoia misura 30 metri circa di altezza, 60 di larghezza e 10 di spessore, per un peso di circa 4 mila 500 tonnellate. Del valore dell’opera, la parte delle paratie affidata a Cimolai vale circa 400 milioni di euro

Tanto per dare un’idea della loro dimensione, ognuna è come un edificio di 20 piani che funziona da enorme carriola. Le paratie, azionate da argani elettrici, impiegano circa 3-4 minuti per realizzare la chiusura o apertura delle chiuse. Inoltre hanno una struttura forata per renderle più leggere e sono testate per resistere oltre 100 anni e a scosse sismiche fino a una magnitudo di 7.4 gradi Richter. Più in piccolo il progetto del Mose che prevede anch’esso un sistema di paratie realizzate sempre dalla Cimolai.

Negli Usa, a Ground Zero, la Cimolai ha lavorato alla costruzione della nuovissima stazione della metropolitana. Un tassello di un progetto che, nel suo insieme, punta a creare qualcosa di bello nell’area che è stata occupata dalle Torri Gemelle fino all’11 settembre 2001. Ora quell’area ha ripreso vita anche grazie alla superstazione di metropolitana e treni sulla quale transitano ogni giorno 250 mila viaggiatori. Qui Cimolai ha lavorato sul progetto del famoso architetto Santiago Calatrava, che ha disegnato l’edificio, un intreccio di vetro e acciaio, tutto dipinto di bianco, chiamato “Oculus”.

Nel 2014 Cimolai ha superato i 500 milioni di euro di fatturato e conta circa mille 400 dipendenti di cui un migliaio in Friuli Venezia Giulia (tra la sede di Pordenone e gli stabilimenti di Roveredo, Polcenigo, Artugna, San Giorgio di Nogaro e Monfalcone), e i restanti all’estero. Il gruppo Cimolai è leader in Italia e in Europa e, probabilmente ai primi posti nel mondo, nel proprio settore di riferimento.

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