«Cinghiali, caccia aperta 365 giorni l’anno»

CORMONS. «La situazione, oramai, è fuori controllo. Le segnalazioni di devastazioni e danneggiamenti sono continue. Dovremo adottare lo stesso sistema in vigore in Slovenia: caccia sempre aperta, 365 giorni all’anno e senza limiti orari. Soltanto così possiamo venire a capo di quella che è, a tutti gli effetti, una vera emergenza».
Antonio Bressan, presidente provinciale della Coldiretti, non le manda a dire. E fornisce una possibile ricetta anti-cinghiali. «Nessuno vuole sterminare una specie come afferma qualche animalista: semplicemente, bisogna risolvere un problema che, soprattutto nell’area del Collio, è diventato pressante. E purtroppo, tutti i provvedimenti alternativi per difendere le coltivazioni (recinti, pastori elettrici) si sono rivelati inefficaci. La vicenda - rammenta Bressan - è annosa: sempre più spesso ci ritroviamo a parlare della questione-cinghiali. Ciò significa che tutte le contromosse sono risultate inefficaci. Ora la Provincia ha ottenuto una deroga per la caccia ma siamo convinti che non basterà».
Non solo. «Come se non bastasse, tutti gli indennizzi sono andati esauriti: la Provincia non riesce ad aiutare tutti i coltivatori vittime di devastazioni. Occorre fare qualcosa. Ma con decisione». Secondo una stima basata su dati Eurispes, in Italia i danni causati dalla fauna selvatica ammontano a circa... 70 milioni di euro all’anno. «Il problema ha ormai assunto proporzioni straordinarie - aggiunge il presidente della Coldiretti isontina - quindi servono misure straordinarie. In questa fase di crisi economica gli agricoltori sono costretti ad accollarsi costi aggiuntivi per ripristinare le colture rese inutilizzabili dall’attività di scavo dei cinghiali».
Proprio nei giorni scorsi abbiamo dato conto a quanto ammontano i danni causati dalle scorribande degli ungulati? Ormai si “viaggia” sui 250mila euro l’anno. Nel 2011 i danni subiti dal settore agricolo nella fascia che va da Gorizia al Collio a causa delle incursioni di cinghiali soprattutto ma anche di caprioli e cornacchie ammontarono a 232.306,25 per la precisione. Gli anni successivi il conto è ulteriormente salito, superando quota 250mila euro. E la Provincia, dal canto suo, ha fatto quello che ha potuto, elargendo 89.024 euro.
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