Cinghiali o lepri da assistere Bando da 51.600 euro all’anno
La Regione è alla ricerca di una realtà a cui affidare “il servizio di soccorso, assistenza e recupero della fauna selvatica ferita, in difficoltà o morta rinvenuta sul territorio regionale”. Per reperire manifestazioni di interesse, il 19 luglio scorso è stato pubblicato un avviso di indagine di mercato, dove vengono indicati le modalità del servizio da svolgere e i requisiti richiesti ai soggetti che intenderanno manifestare interesse.
Il territorio regionale del Friuli Venezia Giulia viene suddiviso in cinque aree comprendenti nove lotti, corrispondenti ad ambiti territoriali e divisi per peculiarità del servizio.
Per la zona della provincia di Trieste, dove viene richiesto un servizio per 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, sono stati individuati tre lotti: uno per il soccorso dalle 8 alle 20, un secondo per quello dalle 20 alle 8 e un terzo per il recupero degli animali morti. Per i tre lotti, in totale, è prevista una base di gara di 51.600 euro annui. La migliore offerta sarà selezionata con il criterio del minor prezzo e saranno ammesse soltanto offerte in ribasso, mentre saranno escluse offerte alla pari e in aumento.
Per decenni questo servizio a Trieste è stato svolto dall’Enpa e dalla Protezione Animali-Associazione zoofila triestina (Azt). «Convocheremo con urgenza un direttivo per valutare se è nelle nostre possibilità partecipare a questa gara garantendo l’efficienza che ci ha sempre contraddistinto», anticipa Patrizia Bufo, presidente di Enpa Trieste. Per i triestini sarebbe certamente anomalo doversi confrontare per il soccorso e il recupero di un animale selvatico con una realtà diversa da queste. Perché nella provincia caprioli, cinghiali, colombi, gabbiani, assioli o lepri fanno rima con Enpa, così come per i mici c’è il Gattile, e per cani e felini l’Astad. Sono istituzioni, le elargizioni dei cittadini che premiano il loro lavoro lo dimostrano. E se Trieste si è sempre distinta a livello nazionale per tutela del benessere degli animali, lo si deve anche a queste realtà.
«Leggendo quell’avviso della Regione – commenta Gianfranco Urso, presidente regionale dell’Enpa – siamo rimasti sconvolti, perché il soccorso ai selvatici viene trattato come se fosse un lavoro imprenditoriale da offrire a qualche imprenditore agricolo». «Sorprende – aggiunge ancora Urso – che il benessere della fauna selvatica sia di competenza dell’assessorato con delega alla Caccia e alla Pesca e non, come per gli animali domestici o d’allevamento, dell’assessorato che ha la delega alla Sanità veterinaria che impone rigide normative sanitarie». —
L.T.
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