Cinque anni a “caccia” di ruderi e memorie alla scoperta di un tempo che non esiste più
Caserme, discoteche, alberghi e case fantasma: Triesteabbandonata festeggia il primo lustro con un libro e un contest che guarda al futuro

La bambola trovata in un ufficio abbandonato
TriesteAbbandonata: cinque anni a caccia di ruderi e memorie
TRIESTE Compie cinque anni Triesteabbandonata, il progetto curato dai giornalisti Micol Brusaferro ed Emilio Ripari, insieme alla fotografa Giada Genzo, che ha la finalità di mappare edifici in disuso in tutta la provincia, raccontandone la storia nella speranza che tornino a nuova vita.
In cantiere c’è anche un libro e il coinvolgimento di architetti triestini che lavorano in città e all’estero, per realizzare idee da sottoporre agli enti pubblici per la riqualificazione urbana in alcune aree in particolare.
Tra i fabbricati toccati finora nel lungo giro, che ha visto anche alcune puntate in altre località della regione, figurano caserme, scuole, fabbriche, impianti sportivi e ricreativi, discoteche e alberghi. Con un denominatore comune: tutti sono stati chiusi e lasciati nel degrado.
L’archivio raccolto nei cinque anni di lavoro è illustrato anche in un blog e in diverse occasioni il gruppo è stato contattato da privati, spesso da fuori città, interessati a conoscere le caratteristiche di un edificio, pensando a un suo riutilizzo.

La bambola trovata in un ufficio abbandonato
«Ma ci scrivono persone da tutta Italia – spiega Genzo –. Ad esempio militari che hanno fatto il servizio di leva a Trieste, in caserme che ormai sono fatiscenti, per ricordarci com’erano prima. C’è chi lavorava all’interno di stabilimenti ormai caduti in rovina, chi descrive l’attività che veniva svolta negli ambienti produttivi e ancora parecchi nostalgici che hanno aneddoti legati a spazi che da decenni hanno chiuso i battenti. Storie e testimonianze molto belle, che aiutano a scoprire o riscoprire siti spesso caduti nel dimenticatoio».
Proprio attraverso queste segnalazioni, oltre alle ricerche storiche effettuate per ogni posto, è nata anche la proposta di un libro, che dovrebbe concretizzarsi nel 2020 e che ripercorrerà le vicissitudini di alcuni dei luoghi abbandonati più conosciuti a Trieste, tornando indietro nel tempo per spiegare la prima destinazione e il successivo declino.

Uno sci trovato in un cotonificio
Una decina gli immobili scelti, per diverse motivazioni, che tuttora attendono un nuovo proprietario o che si trovano bloccati da anni tra aste, tentativi di vendita falliti o altri iter burocratici complessi.
Intanto nei prossimi mesi Triesteabbandonata lancerà una sorta di contest, dedicato agli architetti: «Anche in base ai suggerimenti di alcuni professionisti impegnati a Trieste e in altri Paesi – prosegue Genzo – presenteremo nel dettaglio cinque edifici agli architetti che vorranno darci una mano a pensare a come si possano cambiare, immaginando qualcosa di diverso e utile per la città. Ciò che emergerà, verrà sottoposto al Comune o ad altri enti».
I dettagli saranno annunciati sulla pagina Facebook, seguita da quasi 8mila utenti, dove sono pubblicate anche migliaia di foto scattate anno dopo anno.
E nel cammino tra spazi vuoti, muri crollati e palazzine fantasma, non mancano le curiosità, oggetti strani immortalati qua e là, che nulla c’entrano con il luogo dove sono stati portati.
Facciamo qualche esempio. Un paio di sci con attacchi è spuntato qualche anno fa nel magazzino di un cotonificio, mentre nella stanza di un’ex stazione ferroviaria, in parte crollata, sono stati reperiti cumuli di giocattoli, alcuni in perfetto stato. E ancora una bambola, datata, è stata lasciata sulla scrivania di un fabbricato dove si trovava una serie di uffici. –
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video