Claudio Magris nel roseto tra fiori e letteratura

Il fiorire della rosa di Goethe e il suo declinare nelle liriche di Omar Khayyam. E poi gli interrogativi eterni della rosa mistica, la caducità delle rose di Lorenzo il Magnifico e la magnificenza di quelle di Ronsard. È una giocosa cavalcata lungo secoli di letteratura, da assaporare minuto per minuto, quella che Claudio Magris ha voluto dedicare alla rosa nel Roseto del parco di San Giovanni.
Tra migliaia di rose in fiore d’ogni colore e profumo, nel terzo giovedì “Rose, musica e vino: impazzire si può” - la manifestazione curata dalla cooperativa sociale Agricola Monte San Pantaleone in collaborazione con la Scuola di musica 55, Club Zyp e Articolo 32 - il professore sfoglia pagine dei massimi poeti d’ogni tempo. Non una lezione, ma una chiacchierata nell’ora del tramonto affollata all’inverosimile da un pubblico d’ogni età (incluso un folto gruppo dell’associazione slovena Amici delle rose in visita al Roseto). Ecco dunque Goethe con il fiorire estetico ed erotico della rosa, e poi la malinconia della sfioritura, l’idea della rosa eterna nella mente di Dio.
«È una delle grandi domande della mistica: se si muore o no. Spesso – riflette Magris – quando vedo gli oleandri di Cherso mi domando se siano gli stessi dell’anno prima o siano altri. Un interrogativo che vale anche per le generazioni. La mistica risponde in modo negativo, cosa che mi sembra obiettivamente discutibile». Non mancano il Nome della rosa e la questione dei nomi. «Nella citazione finale si legge che delle cose conosciamo solo i nomi. Ma una cosa è nominare il fiore, l’amore, il mare. Altro è tuffarsi, nuotare e far l’amore. Ho un cagnolino che amo molto: un’esperienza che va al di là del nome della sua specie».
Abbronzato e sorridente, il professore non si scompone quando la brezza fa scivolare via i suoi fogli («sembro Buster Keaton», ammicca), li risistema sullo sgabello a fianco, rigorosamente rosa, e prosegue accostando Matteo Maria Boiardo, Ronsard, Lorenzo de’ Medici, Silesius e Giambattista Marino. Il gioco, coltissimo, cattura emozioni e fantasie e di pagina in pagina schiude nuovi mondi, in una sorta d’infinita matrioska. Ma il sole è ormai basso sull’orizzonte, il tempo (un’ora esatta) è scaduto. Il professore saluta e tra gli applausi parte la musica di Giuliano Copetti ed Elisa Ribaldi mentre girano invitanti calici di vino.
Il prossimo appuntamento con “Rose, musica e vino: impazzire si può” è per giovedì, sempre al Roseto (parte alta del parco di San Giovanni, a fianco della chiesa) dalle 19 alle 20. In programma altre letture di poesie, chitarra e voce di Davide Adda per musiche originali e improvvisazioni.
Daniela Gross
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