Cliente travolto e schiacciato dal camion Lo choc dei vertici del Gruppo Taboga

Cancelli chiusi per tutta la giornata di ieri nella filiale triestina del Gruppo Taboga, la ditta di materiali edili in cui ha perso la vita un cliente di 71 anni, schiacciato da un camion in movimento. Una chiusura, però, non legata a provvedimenti della magistratura. Al momento infatti non risultano messi sotto sequestro né l’area di via dell’Industria dove è avvenuta la tragedia né il mezzo pesante che ha travolto Gianni Fornaciai. «Abbiamo deciso noi di chiudere, era doveroso, per rispetto di quel povero uomo e di quanto è successo», commenta Paolo Taboga, titolare della società con sede legale a Mortegliano e un punto vendita anche a San Daniele del Friuli, ancora incredulo al pensiero di quanto accaduto all’interno della sua azienda. Una scena straziante, che ha lasciato sotto choc chi ha assistito all’incidente, tentando invano di soccorrere l’anziano.
La società per ora non si sta facendo affiancare da un legale nella vicenda. «Attendiamo di capire cosa deciderà la Procura – spiegano –. Non riteniamo di avere responsabilità per quanto è accaduto. Se dovesse servire, ci faremo tutelare in futuro. Per ora non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte della Procura».
Nessun commento invece dai vertici della Co.Ge.Vi srl, la società con sede a Giarizzole nata a seguito dell’affitto del ramo d’azienda della Bruno Costruzioni Generali, oggi in liquidazione, per la quale lavora l’autista del camion che ha travolto Fornaciai è dipendete. Nonostante i diversi tentativi, ieri non è stato possibile raggiungerli telefonicamente. La Co.Ge.Vi srl è un’azienda che ha costanti rapporti con la Taboga. «Quell’autista viene spesso a ritirare del materiale da noi, conosce bene la struttura, è una persona per bene», spiega il responsabile della filiale di via dell’Industria. «Quanto avvenuto va visto come un incidente in un’area privata – aggiunge –. Area in cui le indicazioni segnaletiche previste sono in regola: per quello che ci compete, non ci riteniamo responsabili dell’accaduto ma siamo scossi e dispiaciuti. Spetterà agli inquirenti ricostruire esattamente la dinamica».
Se l’autista era pratico di quel piazzale e abituato a fare manovra con quel mezzo articolato, cosa può essere successo? A microfoni spenti, persone presenti nell’azienda venerdì intorno alle 14, quando è accaduto l’incidente, riferiscono di aver visto Fornaciai muoversi con un’aria un po’ confusa. Forse il caldo torrido di questi giorni e il sole a picco a quell’ora posso aver hanno giocato un ruolo nella triste vicenda. Il settantunenne, titolare del negozio “Idee regalo” di via Udine, nella pausa pranzo, dopo aver abbassato le saracinesche della sua attività, era andato nella ditta ex Marsich di via dell’Industria lì ad acquistare un sacchetto di cemento. Doveva eseguire dei piccoli lavori a casa. Al momento dell’incidente aveva già ritirato e pagato in cassala merce. Se ne stava andando, quindi, quando le ruote anteriori del camion l’hanno travolto e schiacciato.
Di lì la chiamata del personale della ditta Taboga a Vigili del Fuoco, ispettori di Asugi, sanitari del 118 e Polizia, a cui ora sono affidate le indagini coordinate dalla Procura. Una volta sul posto però i soccorritori non hanno potuti far altro che constatare il decesso del commerciante.
Gli uomini della Questura hanno già raccolto le testimonianze di alcune persone che hanno assistito all’incidente. Prima dell’emergenza Covid 19 per accedere alla Taboga venivano utilizzati due accessi. «Mentre ora, per gestire meglio le entrate, ne abbiamo reso fruibile solo uno, – indica il titolare –, quello da via D’Alviano per intenderci. In questo modo c’è anche meno movimento e un sistema di accesso più ordinato al piazzale». «Chi entra, dopo aver parcheggiato - continua Taboga -, viene subito assistito da un nostro addetto che segue il cliente, che si tratti di un semplice cittadino in cerca di poche cose o di un operaio che necessita di maggiori quantitativi di materiale, fino alla fine dell’acquisto. Non ci capacitiamo ancora di come possa essere successo un simile incidente. È sconcertante». —
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