Coca party, arrestato Daniele De Pellegrin

Daniele De Pellegrin, 58 anni, popolare ex calciatore ed esercente monfalconese, è stato arrestato lunedì scorso dagli agenti del Commissariato, coinvolto nell’inchiesta su festini a base di “coca” e su un giro di droga nel centro di Monfalcone. “Lele”, come è comunemente noto, si trova ora agli arresti domiciliari nell’abitazione di famiglia di via Duca d’Aosta e domani comparirà davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia. Il provvedimento restrittivo a carico di De Pellegrin segue l’arresto avvenuto nel giugno scorso di Giuseppe Termini, 55 anni, suo amico e braccio destro, che ha scoperchiato un giro di cocaina che coinvolgerebbe decine di personaggi più o meno noti di Monfalcone.
De Pellegrin non sarebbe stato trovato in possesso di droga. Sarebbe però stato tirato in ballo come un punto di riferimento da alcuni frequentatori del suo “giro” di via Duca d’Aosta sentiti dalla Polizia. L’accusa al momento è di detenzione di sostanze stupefacenti non esclusivamente a uso personale. Ieri il suo legale, l’avvocato Francesco De Benedittis, ha rilevato come De Pellegrin sia stato oggetto di numerose perquisizioni, «tutte senza alcun esito». Da qui «l’avvio di tutti i passi - ha detto l’avvocato - con il fine precipuo di dimostrare che l’ipotesi accusatoria è infondata».
La notizia dell’arresto di De Pellegrin ha fatto il giro di Monfalcone. Il padre di Daniele, Angelo, negli anni ’50 aveva creato in via Duca d’Aosta il primo bar-gelateria della città. Dopo una promettente carriera di calciatore sia nell’Udinese che con la maglia azzurra monfalconese, Daniele aveva rilevato l’attività paterna. Un’abilità incredibile, la sua, nel far decollare locali che diventavano subito di gran voga in città: dal “Boavista” di Marina Nova al “Jeko Bay” del Lido di Staranzano, locali capaci di attrarre centinaia di frequentatori da tutta la regione. Alle comunali del 2001 De Pellegrin aveva addirittura tentato la scalata al Municipio candidandosi a sindaco con una sua lista. Negli ultimi anni, però, i suoi affari sono precipitati, tanto che De Pellegrin non è più proprietario nemmeno dei muri del bar di famiglia in via Duca d’Aosta. L’arresto di De Pellegrin sarebbe, per ora, l’unico dopo quello di Giuseppe Termini nell’ambito dell’inchiesta. Termini era stato bloccato dai poliziotti a fine giugno scorso mentre rientrava a casa: addosso aveva una decina di grammi di cocaina, altri 40 gli furono trovati nell’appartamento. In quell’occasione, mentre i poliziotti erano ancora sul posto, qualcuno aveva suonato il campanello: era proprio De Pellegrin che, trovatisi davanti gli agenti, aveva detto di essere lì per riprendersi la macchina che aveva prestato all’amico Termini. Gli agenti lo sentirono ma poi lo lasciarono andare. L’indagine però è andata avanti. Gli inquirenti volevano scoprire chi c’era dietro al giro di “coca” che convolgeva l’ambiente del centro di Monfalcone di cui Termini non era altro che una sorta di factotum. Almeno quaranta persone sarebbero state sentite a vario titolo tra gli amici e i conoscenti di De Pellegrin, i frequentatori più assidui del bar di via Duca d’Aosta e di altri locali del centro. Ed è possibile (dagli inquirenti non viene alcuna conferma) che proprio durante questi interrogatori sia saltato fuori a più riprese il nome di De Pellegrin. È probabile che l’indagine non si fermi all’arresto dell’esercente monfalconese. Tanti sono i personaggi coinvolti nei festini tra i quali c’è ora una certa preoccupazione, anche se per quasi tutti non sarebbero emerse responsabilità di rilevanza penale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo