Ecco Colosseum e di Dauno i due cavalli dei carabinieri in servizio sul Carso triestino

Le pattuglie ippomontate saranno formate dai carabinieri forestali specializzati al servizio a cavallo del Reparto carabinieri biodiversità di Belluno

Stefano Bizzi
Colosseum e di Dauno, i due cavalli delle pattuglie ippomontate dei carabinieri che vigileranno il Carso
Colosseum e di Dauno, i due cavalli delle pattuglie ippomontate dei carabinieri che vigileranno il Carso

Si chiamano Colosseum e Dauno i due cavalli che da ieri perlustrano in via sperimentale le zone più impervie del Carso triestino insieme ai loro conduttori. Il compito delle cosiddette pattuglie ippomontate dei Carabinieri sarà principalmente quello di contrastare i reati ambientali, ma se nel corso del servizio dovessero imbattersi in altri reati di tipo transfrontaliero, a partire da quello del favoreggiamento all’immigrazione clandestina, non li ignoreranno di certo e agiranno di conseguenza.

Al via le pattuglie dei carabinieri a cavallo sul Carso

Il concetto è stato sottolineato e ribadito da più parti a Trebiciano nel corso della presentazione del nuovo servizio. Tra gli altri, all’appuntamento erano presenti l’assessore regionale a Difesa dell’ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro, il comandante provinciale dei Carabinieri Gianluca Migliozzi e il colonnello del Corpo Forestale regionale Antonio Pisapia.

Per ora l’attività di vigilanza nel territorio carsico triestino viene svolta in via sperimentale per soli cinque giorni e ad effettuarla sono i Carabinieri Forestali specializzati nel servizio a cavallo inquadrati nel Reparto Carabinieri Biodiversità di Belluno, ma se i risultati dovessero essere positivi (come si crede saranno) si pensa già a un’estensione.

«L’obiettivo è avere un servizio permanente, magari anche di soccorso», ha detto l’assessore Scoccimarro, primo sostenitore dell’iniziativa. La sperimentazione si inserisce nel percorso di riorganizzazione della vigilanza ambientale intrapreso dalla Regione con l’obiettivo di valorizzare le sinergie tra le componenti impegnate nella tutela del territorio.

Pattuglie di carabinieri a cavallo a presidio dei boschi del Carso
Carabinieri a cavallo

Oramai esperti nei servizi in aree rurali e boschive, Colosseum e Dauno sono cavalli di razza Murgese abituati a percorrere sentieri sterrati e impervi e raggiungeranno le zone più profonde del territorio. La loro presenza però vuole essere prima di tutto un deterrente per chi pensa di poter scaricare nelle zone meno battute del Carso i propri rifiuti. «Quando si va a sanzionare è sempre una sconfitta - ha ricordato Scoccimarro -. Puntiamo quindi alla prevenzione. Le forze dell’ordine, e i carabinieri in particolare, sono sempre e comunque al fianco dei cittadini. Questa è una prova e certamente andrà a buon fine e vorremmo estenderla anche alle altre forze dell’ordine, a cominciare dal Noava, il Nucleo operativo di vigilanza ambientale della Regione».

Colosseum e Dauno sono nati nel Centro di selezione equestre di Martina Franca in Puglia e, come il personale militare, entrambi sono stati addestrati al reparto a cavallo della Riserva naturale statale del Vincheto di Celarda, vicino a Feltre.

A montare i due cavalli di 15 e 14 anni sono, rispettivamente, il maresciallo capo Alessandro Bacciocchini e il maresciallo ordinario Luca Umfer. Fino a che rimarranno a Trieste faranno base all’Ippodromo di Montebello. Come ricordato dall’Arma in una nota, Dauno è anche «un valido collaboratore negli interventi assisti con gli animali che si svolgono sempre alla riserva del Vincheto di Celarda rivolti a soggetti grandi e piccoli con disabilità».

«Siamo molto onorati e felici di poter contribuire a questo progetto voluto dalla Regione», ha precisato il colonnello Migliozzi ricordando che l’attività operativa si aggiunge a quella di rappresentanza avviata lo scorso anno e che aveva visto le pattuglie ippomontate prendere parte alle cerimonie per i settant’anni del ritorno di Trieste all’Italia e all’accensione degli alberi di Natale in piazza Unità d’Italia.

«Questo è un esempio virtuoso di ciò che si può fare a livello regionale», ha aggiunto il colonnello Pisapia ricordando che si potranno avviare nuove convenzioni tra la Regione e il Ministero dell’Agricoltura. —

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