Comune, riconoscimento a monsignor Mercante

Un riconoscimento per il suo impegno pastorale e sociale che rappresenta anche un apprezzamento per la sua ricca attività letteraria e di insegnante nei licei cittadini. Con queste motivazioni il vicesindaco Martini e il sindaco Cosolini hanno voluto esprimere la gratitudine di Trieste a monsignor Vincenzo Mercante per il suo operato, proprio in occasione del suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio. «Una presenza così numerosa - ha sottolineato il vice sindaco Fabiana Martini riferendosi ai presenti - dimostra l'affetto che i triestini nutrono verso don Vincenzo e nella ricorrenza del suo 50° anniversario l'amministrazione Comunale ha deciso conferirgli la medaglia di bronzo per la sua meritoria attività culturale e sociale».

Da parte sua don Mercante, dopo i ringraziamenti di rito, ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera lavorativa, soprattutto i suoi 35 anni d'insegnamento nei licei scientifici di Trieste, sottolineando come l'attuale mondo scolastico favorisca l'aspetto tecnico a scapito della cultura classica.

Nato a San Vito di Leguzzano (Vicenza) nel 1936, dopo aver concluso gli studi teologici e universitari a Padova, giunge a Trieste nel 1971 per insegnare materie letterarie nei licei scientifici Galilei e Oberdan.

Ma contemporaneamente collabora, fra l'altro, con la parrocchia di via Capodistria dove per 28 anni affianca don Dario Chalvien nell'assistenza agli anziani.

Nominato nel 2000 parroco della chiesa dei santi Andrea e Rita di via Locchi, don Vincenzo per nove anni guiderà con intelligenza e lungimiranza quella comunità. Oggi continua a prestare la sua opera nella comunità dei santi Pietro e Paolo di via Cologna, nella chiesa dell'Ospedale Maggiore e in qualità di assistente spirituale per alcuni gruppi mariani che accompagna nei pellegrinaggi a Medjugorje. Il professor Mercante, pure giornalista pubblicista, ha ricevuto diversi premi internazionali per la sua copiosa attività letteraria ed è delegato provinciale della Gebetsliga Carlo I d'Asburgo.

Andrea Di Matteo