La storica Cappella di Doberdò passa in gestione al consolato ungherese

Venne eretta nel 1918 dai soldati ungheresi in memoria dei connazionali caduti durante la difesa dell’Altipiano di Doberdò. La concessione d’uso avrà durata 9 anni e potrà essere anche prorogata per altri nove

Ciro Vitiello
Il musicista Mihàly Dresch suona davanti alla Cappella ungherese in ricordo del nonno. Foto Katia Bonaventura
Il musicista Mihàly Dresch suona davanti alla Cappella ungherese in ricordo del nonno. Foto Katia Bonaventura

Via libera alla bozza di convenzione in 11 articoli che prevede l’affidamento gratuito della gestione della Cappella Ungherese in località Visintini, a Doberdò del Lago, al Consolato Generale di Ungheria, in cambio di obblighi di manutenzione, valorizzazione e promozione culturale del sito. È stato inoltre dato l’incarico all’Ufficio Tecnico per gli adempimenti della richiesta al Ministero della Cultura Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia dell’autorizzazione alla concessione in uso e per la predisposizione del documento finale.

 

Il sassofonista Mihaly Dresch e le sue note struggenti per il nonno soldato

La convenzione

La convenzione viene, dunque, stipulata tra il Comune di Doberdò del Lago proprietario dell’immobile nella persona del sindaco pro-tempore Peter Ferfoglia e il Consolato Generale di Ungheria a Milano rappresentato da Jenő Csiszár, in qualità di Console Generale pro-tempore, che agisce in nome del Ministero degli Affari Esteri e del Commercio. «La gestione - spiega il sindaco Ferfoglia - è anche un’occasione per la crescita del turismo estero nella nostra zona».

La storia

La Cappella Ungherese fu eretta nel lontano 1918 dai soldati ungheresi in memoria dei connazionali caduti durante la difesa dell’Altipiano di Doberdò, completata e ristrutturata nel 2009 e per la religione cattolica, è stata benedetta e dedicata a San Benedetto, Patrono d’Europa. L’immobile è stato dichiarato d’interesse culturale nel 2004 con decreto della Commissione regionale per il patrimonio culturale del Friuli-Venezia Giulia.

La normativa prevede, infatti, che un ente pubblico territoriale può concedere in uso a singoli richiedenti un bene culturale in sua consegna, per finalità compatibili con la sua destinazione culturale e la concessione in uso è subordinata all’autorizzazione del Ministero della Cultura, rilasciata a condizione che il conferimento garantisca la conservazione e la fruizione pubblica e sia assicurata la compatibilità della destinazione d’uso con il carattere storico-artistico del bene.

La concessione d’uso e gestione dell’immobile avrà la durata di anni 9 dalla data della stipula della presente convenzione con il consenso delle parti e potrà essere prorogata per ulteriori 9 anni. Alla scadenza, quindi, l’immobile tornerà nella piena disponibilità del Comune nello stato della consegna in concessione, ivi comprese le eventuali migliorie o addizioni.

Le visite ufficiali

Nel 2009 la cappella fu visitata dall’allora Presidente della Repubblica di Ungheria, László Sòlyom, e a marzo 2012 anche dall’ex Presidente della Repubblica di Slovenia, Danilo Türk. La zona, dunque, è molto frequentata dai visitatori di mezza Europa e bisogna tenerla in ordine, anche perché sulla collina carsica sono sparsi altri piccoli cimiteri costruiti in quegli anni per seppellire i caduti stranieri, come a San Martino del Carso e nelle aree vicine. Oggi è un luogo di memoria e di amicizia, un simbolo di pace dopo la guerra.—

 

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