Con il decreto Monti prevista l’apertura di 9 nuove farmacie

Si aggiungerebbero alle 44 già esistenti nell’Isontino L’opposizione di Federfarma: «Qualità del servizio a rischio»

di Francesco Fain

Oggi ci sono quarantaquattro farmacie in provincia di Gorizia. A queste potrebbero aggiungersene altre nove per effetto del decreto Monti sulle liberalizzazioni. La proiezione, necessariamente preliminare e “spannometrica”, è stata effettuata dalla Regione. Com’è noto, infatti, le nuove norme (che sono in attesa di essere convertite in legge) prevedono la possibilità di aprire una nuova farmacia se si superano di almeno 500 residenti il parametro-base, abbassato a un punto-vendita ogni tremila abitanti. Qual è la situazione attuale? Prima del decreto Monti, il rapporto era di una farmacia ogni quattromila o cinquemila abitanti (a seconda che si trattasse di municipalità con popolazione inferiore o superiore alla soglia dei cinquemila abitanti). Il cambiamento, pertanto, è sensibile, tanto che qualcuno l’ha già definito una rivoluzione.

Dunque, a Gorizia potrebbero aprire 9 nuove farmacie in un panorama regionale che parla complessivamente di 94 potenziali aperture (con Udine capofila con 42 iscrizioni). Calcoli, come detto, provvisori e che potrebbero cambiare se nella legge di conversione venissero introdotte modifiche. Ma Federfarma ha già fatto sentire la sua voce. «Non si tratta di una liberalizzazione ma solamente di un ampliamento della pianta organica - le parole del presidente regionale Alessandro Fumaneri nell’incontro di Trieste -. Considerando, poi, le deroghe introdotte dal decreto che prevedono la possibilità di aprire farmacie in centri commerciali o altri punti di interesse, si avrà un’apertura indiscriminata, con un aumento che potrebbe raggiungere il 40, 50%». Secondo Federfarma regionale, le liberalizzazioni rischiano di portare «a una diminuzione del servizio, nessun posto di lavoro in più, ma uno “spalmamento” del personale e pochi benefici per il cittadino».

Anche Federfarma Gorizia evidenzia tutte le sue perplessità. Anche se il presidente Pierpaolo Marzini rimarca come nella nostra provincia già oggi c’è una farmacia ogni 3.200 abitanti. «È uno dei parametri più bassi d’Italia, quasi allineato agli intendimenti del nuovo decreto. Il servizio è capillare e, soprattutto, garantisce qualità. Siamo quelli che hanno meno problemi perché qui, quando c’erano da bandire i concorsi, questi sono sempre stati fatti con sollecitudine grazie ad Azienda sanitaria e Comuni». Marzini evidenzia comunque un’apertura. «Non siamo per l’arroccamento. «Siamo disponibili a confrontarci», conclude il dottor Pierpaolo Marzini.

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