Con l’apertura della Porta Santa in cattedrale ha preso il via il Giubileo

«Questa sera comincia per noi il giubileo della misericordia, è l’oggi della salvezza che Dio ci dona. Ci ama così come siamo. Con le nostre generosità, i nostri ideali, i nostri desideri di bellezza,...
Bumbaca Gorizia 12.12.2015 Apertura Porta Santa Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12.12.2015 Apertura Porta Santa Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Questa sera comincia per noi il giubileo della misericordia, è l’oggi della salvezza che Dio ci dona. Ci ama così come siamo. Con le nostre generosità, i nostri ideali, i nostri desideri di bellezza, di verità, di bene. Ma anche con i nostri egoismi, le nostre vigliaccherie, i nostri sogni di grandezza, le nostre vendette, le nostre invidie e gelosie…»

È uno dei passaggi più significativi dell’omelia pronunciata sabato sera dall’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli nella cattedrale di Gorizia all’apertura della Porta della Misericordia. La prima parte della liturgia si è svolta nella chiesa dei Cappuccini, in piazza San Francesco, dove sono salite sull’altare a raccontare le proprie esperienze di vita quattro persone. Ed è stata la dimostrazione di cos’è la misericordia, cardine portante del Giubileo voluto da Papa Francesco.

Importante la testimonianza di un giovane richiedente asilo afghano, che vive ormai da un anno a Gorizia. Ha raccontato il suo impegno «per aiutare chi arriva come rifugiato in questa città». Ha voluto mettersi in gioco e rimboccarsi le maniche cercando di contraccambiare il bene che ha ricevuto. «Ho fatto opera di volontariato al Dormitorio Caritas, poi alla Madonnina e a Romans d’Isonzo». Un’esperienza ascoltata in silenzio e con grande interesse dai tanti goriziani che hanno voluto partecipare alla solenne cerimonia presieduta dall’arcivescovo Redaelli.

Sull’altare sono saliti anche Franco Miccoli, a rappresentare l’associazione “Concordia et Pax”, un imprenditore nel comparto florovivaistico e un cinquantaseienne goriziano, uscito l’anno scorso dalla casa circondariale di via Barzellini dopo una reclusione di due anni. E ieri mattina l’arcivescovo ha voluto celebrare una messa nel carcere di Gorizia mentre al pomeriggio ha aperto la Porta della Misericordia nella basilica patriarcale di Aquileia.

(fra.fa.)

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