Conforama, a rischio l’accordo sulla “cassa”

Caporale (Cgil): «L’intesa va sottoscritta entro fine mese, non c’è nulla di certo» Azienda disponibile a salvare solo 5 dei 50 lavoratori destinati alla mobilità

di Elena Placitelli

BAGNARIA ARSA

Cala di qualche unità il numero dei lavoratori coinvolti nella crisi della Conforama, mentre spuntano incentivi per chi sceglie la cassa integrazione. L’azienda non ha però ancora messo nulla nero su bianco e l’accordo con i sindacati rischia di saltare. La legge stabilisce dei termini sulle trattative che determinano il futuro dei lavoratori: in questo caso, l’accordo tra il Gruppo Conforama e le organizzazioni sindacali va sottoscritto entro fine agosto. Ma l’azienda non ha ancora inviato al ministero del Lavoro la richiesta di cassa integrazione al posto della mobilità, e si teme che i tempi possano slittare troppo a lungo. «Se non si firma quanto prima – insorge il segretario provinciale della Cgil Filcam, Claudio Caporale – saremo costretti a rivolgerci direttamente al ministero, dove le trattative diventano complicate e più lente. Nel frattempo i lavoratori di Bagnaria Arsa sono stufi e stremati. Siamo in periodo di ferie, hanno bisogno di chiarezza per avere un minimo di tranquillità. Invece l’incertezza regna sovrana».

Qualche passo in più tuttavia a Roma è stato fatto. L’altro ieri in un hotel della capitale il responsabile del personale di Conforama, Paolo Crugnola, ha incontrato i segretari nazionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Un vertice atteso, non solo per il punto vendita di Bagnaria, ma anche per gli altri grandi magazzini sparsi sul territorio nazionale. Per quanto non ci sia ancora nulla di sottoscritto, l’azienda s’è mostrata disponibile a ridurre da 160 a 145 il numero complessivo dei lavoratori da mandare in cassa integrazione. Secondo i calcoli del sindacalista udinese, a Bagnaria si potrebbe spuntare la salvezza per 5-6 posti, rispetto ai 50 lavoratori che inizialmente dovevano andare direttamente in mobilità, e per i quali le trattative hanno concesso la cassa integrazione, almeno informalmente. Ferma invece la decisione di non ricorrere alla rotazione: chi verrà toccato dalla crisi, non potrà sperare di uscire gradualmente dall’azienda, perchè le zero ore di “cassa” non verranno distribuite sugli altri dipendenti.

L’altra novità riguarda gli incentivi che l’azienda potrabbe dirottare ai lavoratori che decidono autonomamente di andare in cassa integrazione. Sulla cifra però Caporale tiene ancora la bocca cucita, «per non dare false illusioni alle famiglie». Sta di fatto che «per quel che mi riguarda sono tutte chiacchiere – aggiunge il sindacalista -. Si parla e basta, ma niente è stato messo ancora per iscritto, al punto che non si può ancora parlare di accordo». A questo punto diventa impellente l’incontro in Regione tra i vertici del gruppo Conforama, l’assessore Angela Brandi, le organizzazioni sindacali e i sindaci di Bagnaria e Palmanova, Cristiano Tiussi e Francesco Martines. Il vertice, chiesto dai sindacalisti e dai primi cittadini, deve ancora essere fissato. «Spero – continua Caporale – che non pensino di convocarci a termini scaduti. Solo da quel momento potremo entrare nel merito della vicenda di Bagnaria. Abbiamo tutte le intenzioni di risolvere il caso, prima di ricorrere allo sciopero».

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